Il mercato del lavoro nel corso dei primi sei mesi del 2019 è cresciuto, registrando un saldo positivo pari a +6.435, ma inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando il saldo era pari a 10.280. In particolare c’è stato un rallentamento sul totale delle assunzioni (58.215 contro le 68.505 del primo semestre 2018): “la macchina inizia a decelerare”, ha dichiarato il Segretario generale aggiunto Rudy Roffarè martedì 8 ottobre durante la presentazione dei dati elaborati dall’Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso.

Rispetto all’inizio della crisi del 2008, al 30 giugno di quest’anno sono stati recuperati 21.070 posti di lavoro. In calo la disoccupazione: i disoccupati al 30 giugno 2018 erano 16.210, al 30 giugno di quest’anno 13.235. Tutti i settori mostrano segno positivo: il saldo fra assunzioni e licenziamenti nel settore industriale è di +3.540, nell’agricoltura +1.840, nei servizi + 1.050.

Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, cresce notevolmente il numero di contratti a tempo indeterminato: +6.930, fenomeno che rispecchia la dinamica regionale e che deriva da tre fattori: il consolidamento e la stabilizzazione del gran numero di contratti a tempo determinato stipulati negli anni precedenti con le trasformazioni, gli incentivi per le assunzioni under 35 e il «Decreto Dignità» che ha ridotto l’utilizzo libero dei contratti a tempo determinato, che infatti crollano chiudendo il semestre a -2.900. Il saldo dei contratti in somministrazione è positivo (+1.870), ma il numero di assunzioni è di appena 13.800 contro le 23.035 dello stesso periodo del 2018.

Le aziende della Marca cercano soprattutto operai specializzati e semispecializzati, impiegati e tecnici: la somma delle assunzioni di questa tipologia di lavoratori è pari a 30.795 unità e supera abbondantemente il dato delle assunzioni dell’operaio generico, pari a 14.040 unità.

“Il Mercato del lavoro sta vivendo una fase di profondo cambiamento – ha spiegato Roffarè -: se da un lato l’occupazione tiene e ci sono state molte stabilizzazioni contrattuali, soprattutto nell’industria, dall’altro lato si registrano salari più bassi, un aumento del part-time più imposto che scelto e orari di lavoro spezzettati soprattutto nel settore dei servizi. È evidente che non si può concentrarsi solo sui saldi senza tener conto della quantità di ore lavorate e della qualità delle stesse”.

Il lavoro – ha sottolineato il Segretario generale Cinzia Bonan – è sempre più polarizzato tra mansioni semplici e professionalità medio-alte. Proprio per questo motivo gli investimenti per la formazione e la riqualificazione, in particolare per Industry 4.0 sono sempre più fondamentali, così come il potenziamento delle politiche attive”.