In Italia milioni di donne a partire dai 30 anni soffrono di miomi (o fibromi) uterini: si tratta di una patologia estremamente frequente, con una prevalenza del 60% intorno ai 50 anni, all’approssimarsi della menopausa.
Fibromi: cosa sono
I miomi sono la forma più frequente di tumore benigno femminile: si tratta prevalentemente di neoformazioni che insorgono generalmente sulla parete uterina, ma che di fatto possono crescere anche sulle ovaie.
Per quanto comuni e benigni, talvolta i fibromi possono avere ripercussioni negative sullo suo stato di salute e sui progetti di vita riproduttiva della donna: essi, infatti, possono causare cicli mestruali abbondanti a carattere emorragico e interferire sul concepimento.
I sintomi
La presenza di tali miomi può essere asintomatica: in tal caso è possibile che vengano individuati occasionalmente durante controlli ginecologici di routine.
Di contro, tra i sintomi più frequenti figurano:
- cicli mestruali dolorosi e con sanguinamenti abbondanti
- sanguinamenti anche nei giorni diversi dal ciclo
- anemiadisturbi della minzione (aumenta la frequenza)
- disturbi della defecazione
- rapporti sessuali dolorosi
- possibilità di aborti spontanei.
La diagnosi dei fibromi
In una prima fase diagnostica l’esame principale è l’ecografia. Altre forme di analisi più invasive possono essere l’isteroscopia, la laparoscopia e la biopsia.
Le dimensioni dei fibromi possono variare da pochi millimetri fino a 20 centimetri: miomi sopra i 5 cm richiedono l’intervento chirurgico, mentre quelli di misure inferiori ai 5 cm svengono monitorati nel tempo o eventualmente trattai con terapie non chirurgiche.
Inoltre, nelle donne in età riproduttiva che desiderano una gravidanza l’intervento chirurgico può essere indicato qualora il fibroma impedisca il concepimento o se le sue dimensioni possano determinare problemi in caso di gravidanza futura.
Di contro, nelle donne prossime alla menopausa va tenuto presente che i miomi dopo la menopausa tendono lievemente a regredire.