“Il Veneto vuole eccellere nelle relazioni con la Commissione Europea, rispondendo in maniera puntuale e precisa alle domande del territorio. Per questo, il primo Comitato di Sorveglianza unitario sulla programmazione dei fondi europei è un’occasione molto importante che dà senso di unitarietà a tutto il percorso intrapreso fino ad oggi e che stiamo per intraprendere. La nostra capacità di sintesi si concretizza nel rapporto con il partenariato che, per la prima volta, coinvolge anche le politiche sociali”.

Così Elena Donazzan, Assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro, è intervenuta in occasione della prima seduta del Comitato di Sorveglianza unico del PR Veneto FESR e del PR Veneto FSE+ 2021-2027. Si tratta di un soggetto istituito lo scorso 1 giugno, espressione del partenariato territoriale coinvolto nella definizione e attuazione della politica di coesione, principale politica di investimento dell’Unione europea, che mira a ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali esistenti tra le regioni dell’Unione, attraverso la creazione di posti di lavoro, il sostegno alla competitività, alla sostenibilità, al miglioramento della qualità della vita.

Il Comitato di Sorveglianza unico ha il compito specifico di sorvegliare ed esaminare i progressi compiuti nell’attuazione dei Programmi e nel conseguimento dei target intermedi e finali.

“Lavorare in partenariato è uno dei principi fondamentali per l’attuazione della politica di coesione europea e i componenti del Comitato di Sorveglianza unico, individuati con un processo trasparente e condiviso, rappresentano l’intero partenariato – sottolinea l’Assessore Donazzan –. Abbiamo fatto uno sforzo istituzionale non indifferente nel mettere tutti intorno ad un tavolo, condividendo percorso e progettualità. L’obiettivo è quello di un riavvicinamento del cittadino alle istituzioni a partire dalla qualità del lavoro in particolare delle persone con maggiori fragilità e rischio di esclusione sociale”.

Di qui la presenza nell’occasione anche dell’Assessore regionale a sanità e sociale Manuela Lanzarin.
“Questo è un momento storico di forte complementarietà – afferma – per la prima volta il sociale è considerato un elemento chiave in una visione complessiva che ha al centro la persona fragile da mettere al centro di percorsi di inserimento sociale. Gli assi in linea con la programmazione regionale sono: la famiglia, il sostegno agli interventi per far fronte all’invecchiamento della popolazione, l’inclusione sociale delle persone fragili”.

In questo ciclo di programmazione, che porterà verso il Veneto del 2030, la Regione ha scelto di dare ampio spazio alla partecipazione del territorio alla definizione delle priorità politiche di sviluppo competitivo sostenibile che andremo a sostenere anche grazie ai Programmi Regionali FESR e FSE+ 2021-2027, per affrontare e vincere la sfida di migliorare la qualità della vita delle persone.

“Il quadro di riferimento in Veneto – ha spiegato Donazzan – è quello che vede un livello di occupazione pari al 65-66%, la disoccupazione al 5,8%, quella di lungo corso è pari al 2% mentre la disoccupazione giovanile è pari al 10%. Esiste poi la fascia dei cosiddetti Neet, giovani che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione che è pari al 14,7%. La nuova programmazione deve partire da questi numeri, offrendo risposte in particolare alle persone fragili e maggiore rischio di esclusione sociale. Senza scordare che il più grande problema al quale serve dare risposta oggi è quello della natalità”.

Due miliardi di euro sono a disposizione per elevare la qualità della vita delle persone e sviluppare la crescita sostenibile del territorio attraverso il contributo delle misure del PR Veneto FESR 2021-2027 e del PR Veneto FSE+.

Con l’obiettivo di coinvolgere più di 230.000 persone in sette anni, la proposta del PR Veneto FSE+ 2021-2027 mira a migliorare l’accesso all’occupazione e le misure di attivazione per tutte le persone in cerca di lavoro, l’adattamento delle competenze alle transizioni in atto, sostenere la formazione professionale, fino al livello terziario, le attività di orientamento e accompagnamento per migliorare l’accesso all’occupazione dei giovani e per l’apprendimento permanente, favorire l’inclusione attiva, sviluppare servizi a sostegno delle famiglie con carichi di cura e per gli anziani non autosufficienti e per le persone con disabilità.

Il PR Veneto FESR 2021-2027 (ancora in fase di negoziazione), mirando a coinvolgere circa 7.000 imprese, mira a sviluppare e rafforzare le capacità di ricerca e di innovazione, la digitalizzazione, la crescita sostenibile e la competitività, promuovere l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas a effetto serra, le energie rinnovabili, l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi di catastrofe e la resilienza dei territori, promuovere la mobilità urbana multimodale sostenibile, sostenere infrastrutture per l’inclusione e l’innovazione sociale e lo sviluppo territoriale sostenibile, in aree urbane e in aree interne.

Il risultato è stato raggiunto grazie all’ampio coinvolgimento del partenariato regionale e dei cittadini, alla collaborazione dei diversi uffici regionali e al dialogo costruttivo avviato sin dall’inizio, a partire dal 2020, con i servizi della Commissione europea, secondo un “modello di programmazione condiviso” per il FESR, il FSE+, per la Cooperazione Territoriale Europea e le strategie macro-regionali EUSAIR e EUSALP.

Il PR Veneto FSE+ 2021-2027 è stato approvato con Decisione finale della Commissione europea C(2022)5655 in data 1 agosto 2022.

La proposta del PR Veneto FESR 2021-2027 è stata tempestivamente inoltrata alla Commissione europea. Il negoziato è ancora in corso.