Una su quattro è una persona vittima di tratta o di sfruttamento lavorativo, una su cinque percepisce il reddito di cittadinanza ed ha sottoscritto un accordo con i Servizi sociali del Comune di Venezia.
Sono queste le due categorie più rappresentate tra le 649 persone che sono state coinvolte, nel 2021, nel progetto di Politica attiva, promosso dalla Direzione Coesione sociale (rivolto a persone fragili, ma in grado, dopo un apposito percorso, di poter reinserirsi nella vita sociale e lavorativa attiva), ma ci sono anche disoccupati (15%), donne vittime di violenza (10%), minori a rischio, sia italiani che stranieri (14%), adulti in stato di grave marginalità (10%).

Una “zona grigia” che non era stata, sino a pochi anni fa, esplorata, e su cui invece il Comune ha deciso di investire in maniera cospicua, come è stato spiegato questa mattina, nel corso della conferenza stampa, svoltasi al Municipio di Mestre, a cui hanno preso parte l’assessore alla Coesione sociale, il Direttore del Settore, Luciano Marini, il referente del progetto, Ermes Pandin, il presidente della III Commissione consiliare.

“Se nel biennio 2019-20 – ha sottolineato Marini presentando il report dell’attività svolta nell’ultimo anno – i progetti erano stati complessivamente 17 (con 846 persone seguite), nel solo 2021 ne sono stati attivati ben 12, che vedono il coinvolgimento di quattro diversi nostri Servizi (Pronto intervento sociale; Protezione sociale; Infanzia e adolescenza; Occupabilità e cittadinanza attiva) e la collaborazione di 11 enti gestori esterni (prevalentemente cooperative sociali).”

Alle persone coinvolte viene proposto, in base alla loro situazione e condizione, un percorso che viene definito di “soglie di accesso”, una sorta di scala da percorrere che prevede un primo gradino che ha come obiettivo l’inclusione attiva (ovvero il recupero delle capacità residue di inserimento lavorativo e di socializzazione), un secondo volto all’occupabilità (cioè alla capacità, attraverso anche alla formazione, di cercare, trovare e mantenere un lavoro) e l’ultimo che porta al raggiungimento dell’inserimento lavorativo vero e proprio.

Un lavoro sicuramente accurato e complesso, che ha però per il Comune costi limitati. Il budget dei 12 progetti è di 1.071.000 euro, in gran parte ottenuti da finanziamenti europei, governativi o regionali: solo il 9% proviene dal bilancio comunale.