Si è tenuto nei giorni scorsi un incontro bilaterale tra Regione del Veneto e Ministro del lavoro Andrea Orlando per illustrare la situazione regionale in materia di politiche per il lavoro, oltre gli incontri già previsti all’interno della IX Commissione della Conferenza Stato Regioni. 

La riunione, alla quale hanno partecipato l’Assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, il Direttore Area Politiche Economiche, Capitale Umano e Programmazione Comunitaria Santo Romano, il direttore della Direzione Lavoro Alessandro Agostinetti ed il direttore dell’Agenzia Veneto Lavoro Tiziano Barone, ha avuto come obiettivo mettere a conoscenza il Ministro sullo stato dei lavori del piano di potenziamento dei centri per l’impiego e delle misure collegate alla parte dei servizi pubblici per il lavoro nella nostra regione.

“È stato un incontro che ho molto apprezzato – sottolinea Donazzan – per il livello di ascolto e confronto, molto opportuno in un momento in cui le politiche per il lavoro diventano la medicina necessaria per far riprendere l’economia e affrontare il grande problema delle persone senza lavoro. Il dato di partenza in Italia e anche in Veneto, purtroppo, è l’aumento degli inattivi, complice la sfiducia che emerge anche nel bollettino socioeconomico del Veneto di aprile 2021 a cura dell’Ufficio Statistica Regionale pubblicato in questo giorni. La sfiducia è un dato che in economia vale e determina i movimenti delle persone alla ricerca del lavoro”.

È stato illustrato al Ministro, attraverso dati concreti, l’ecosistema dei servizi e delle politiche attive per il lavoro. Si tratta di un sistema integrato di politiche regionali che va dall’istruzione e formazione al lavoro, e che passa attraverso due leggi regionali (legge 3 del 2009 e poi aggiornata nel 2017 e nel 2018, e la Legge 8 del 2017, legge regionale sul sistema educativo unitario) che permettono di capire come fin dall’età scolare fino ad arrivare al pensionamento la Regione del Veneto ha per tutti e per ciascuno politiche per il lavoro.

“Il Ministro si è dimostrato particolarmente interessato al piano di rafforzamento dei centri per l’impiego del Veneto, modello organizzativo basato su un’ampia capillarità dei nostri centri – continua Donazzan – e ha avuto parole di apprezzamento anche per come siamo in linea con la gestione della spesa, per le assunzioni (in Veneto quasi 300 assunzioni sono state fatte in tempo di Covid per il potenziamento dei CPI) e per come abbiamo strutturato la nostra organizzazione particolarmente rivolta ad essere efficace in tempi rapidi all’inserimento nel lavoro e alla presa in carico delle persone”.

“La forza del Veneto – prosegue l’Assessore – sta nell’avere costruito un sistema pubblico-privato di accreditamento per i servizi per il lavoro, per la formazione, accanto alle strutture pubbliche. Oggi la competizione è quella di riuscire a stare in tutto il territorio in maniera capillare e ad affrontare la tipizzazione, ossia la profilazione delle persone in base ai fabbisogni e alle potenzialità che esprimono. La capacità del Veneto sta proprio nel prendersi cura e in carico queste persone, ragionando sui bisogni che esprimono (disoccupati di lunga durata, disabili, lavoratori in cassa integrazione lunga, di settori che stanno soffrendo particolarmente e vanno riqualificati o riposizionati) per dare risposte puntuali”.

L’Assessore insieme ai dirigenti della Regione ha presentato poi due strumenti caratteristici del modello di organizzazione e di governo che qualificano il Veneto per efficienza e capacità di risposta: l’assegno per il lavoro e l’Unità di crisi aziendali.

“L’assegno per il lavoro è una misura di successo – sottolinea Donazzan – perché accanto alla presa in carico delle persone disoccupate, garantisce formazione orientata all’accompagnamento al lavoro e anche all’assistenza all’inserimento al lavoro di persone che hanno particolari svantaggi. Ad oggi sono stati rilasciati 59.760 assegni, in un tempo medio che va dai 5 ai 10 giorni, fatto straordinario per il un sistema di pubblica amministrazione, e abbiamo registrato, a fronte di 44.546 assegni conclusi, ben 37.740 contratti di lavoro”.

Altro strumento di governance che caratterizza le politiche per il lavoro del Veneto è l’Unità di crisi aziendali. Questi numeri: 39 le crisi gestite, di cui 14 con i Ministeri competenti (principalmente Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico), 12.500 i lavoratori coinvolti, 135 i tavoli tecnici e 167 tra imprese e consulenti assistiti per attività di supporto a imprese e lavoratori nella gestione dell’emergenza da Covid-19.

“È un modello che la Regione del Veneto ha voluto dal 2012 per affrontare quella prima crisi che è diventato un punto di riferimento per la gestione delle crisi – evidenza ancora Donazzan -. I risultati sono estremamente positivi: nella gestione del conflitto, nella velocizzazione dei tempi e della interlocuzione con i Ministeri competenti, per la presa in carico non solo dei lavoratori di quell’azienda, ma dei settori o delle filiere afferenti a quell’azienda”.