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Profughi: la rivolta di Quinto di Treviso

Un pomeriggio all’aperto, nonostante le temperature infernali, con bimbi e anziani. La situazione profughi è esplosa ieri a Quinto di Treviso. Residenti del quartiere di via Legnano in rivolta contro la decisione della prefettura di ospitare un centinaio di profughi in una trentina di appartamenti sfitti del Residence Il Portico realizzato nel 2009. La tensione è salita piano piano, la zona è stata praticamente militarizzata. Sono stati anche dati alle fiamme letti, televisori, materassi e altri oggetti che erano stati accumulati per arredare le case dei migranti.

Ieri sul posto il sopralluogo del governatore Veneto Luca Zaia. “Quella cui assistiamo oggi a Quinto – ha dichiarato ai giornalisti – è la più grande vergogna nella gestione dei migranti. Nemmeno a Eraclea ho visto una situazione del genere, di clandestini cioè scaricati in appartamenti sfitti in mezzo a chi già vi abita da tempo. Sono individui, si dice 100 o prossimamente addirittura 160, di cui non conosciamo il nome, di cui non sappiamo la storia. Il prefetto sappia che questa è una dichiarazione di guerra: io non ho nulla contro la dottoressa Marrosu, ma immettere decine di clandestini in appartamenti sovraffollati e senza corrente è una indecenza che va subito sanata”. Attesa per questa sera la visita di Matteo Salvini, leader della Lega Nord.

Negli alloggi, ieri, anche il sopralluogo della Commissione medica del dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 9 di Treviso per verificare le condizioni igienico sanitarie. “Poiché in tutti gli appartamenti – si legge nella relazione – non risulta esserci l’allacciamento alla rete elettrica tali locali non sono da considerarsi abitabili”. Nelle case per i migranti mancano anche l’allacciamento al gas, lavelli, rubinetti e strumenti nelle aree di cottura.

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