Su delega della Procura della Repubblica di Venezia, alle prime ore di questa mattina, i
Carabinieri della Compagnia di Mestre, supportati dagli altri reparti del Comando
Provinciale Carabinieri di Venezia, hanno dato esecuzione, in Venezia e comuni delle
province di Padova, Treviso, Belluno, Pordenone e Udine, ad un’ordinanza di
applicazione di misura cautelare emessa dal Tribunale di Venezia nei confronti di 27
indagati domiciliati nelle province di Venezia, Padova, Treviso, Udine, Belluno e
Pordenone, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione e spaccio di
sostanze stupefacenti.

L’indagine, condotta da ottobre 2018 a ottobre 2022 dalla Sezione Operativa della
Compagnia di Venezia-Mestre, nasce nel cuore del cosiddetto “Quartiere Piave” di
Mestre e nella vicina Marghera a seguito dei servizi svolti dai militari della Compagnia
di Mestre e finalizzati al contrasto del fenomeno dello spaccio nella zona. In particolare,
per l’avvio delle indagini sono stati determinanti gli accertamenti svolti a seguito
dell’arresto di un 42enne tunisino, che era stato notato dai militari dell’Arma nel
sottopasso della stazione ferroviaria di Mestre e successivamente bloccato nel
territorio di Mira con circa trecento grammi di eroina.
Altro importante elemento è stato l’individuazione, nel 2019, di un vero e proprio
laboratorio clandestino per il taglio, frazionamento e confezionamento di dosi di
stupefacente, con il sequestro di presse metalliche, martinetti, stampi, frullatori e
l’arresto di tre indagati, tutti di origine albanese.

Grazie all’attività d’indagine ed ai servizi di osservazione, controllo e pedinamento, sono
stati effettuati numerosi riscontri riconducibili allo spaccio dello stupefacente ritenuto
gestito dagli indagati, che hanno permesso di trarre in arresto in flagranza di reato 11
persone. Nel corso delle indagini sono stati inoltre documentati circa 1.200 episodi di
presunto spaccio avvenuti nella zona del “Quartiere Piave”, segnalate all’Autorità
Prefettizia circa 1000 persone, che da tutto il Triveneto arrivavano a Mestre per

acquistare le dosi di stupefacente, e recuperati complessivamente 2 kg circa di
eroina e 1 kg di Marijuana.
La Procura della Repubblica di Venezia ha avanzato la richiesta di emissione di
misure cautelari al Tribunale lagunare, che ha disposto per 11 di essi la misura della
custodia in carcere, per 5 quella dei domiciliari e per 11 del divieto di dimora nel
comune di Venezia.

“La decisione dell’Autorità Giudiziaria, che ha reso possibile coronare i prolungati sforzi
investigativi condotti dai militari della Compagnia di Mestre” – sottolinea il Comandante
Provinciale Carabinieri di Venezia, Generale di Brigata Nicola Conforti – “ha
consentito dare esecuzione a un importante provvedimento cautelare che contribuirà a
infrenare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti in un’area sensibile del
territorio. Non è certo un punto di arrivo” – prosegue l’ufficiale – “bensì uno stimolo a
proseguire sulla strada intrapresa che da mesi vede l’Arma dei Carabinieri impegnata in
prima linea, insieme alle altre Forze di Polizia e sotto la costante e attenta supervisione
del Prefetto, nei servizi preventivi nei punti più delicati di Mestre”.

Le immagini dei controlli e il giro in Via Piave