Il sindaco Brugnaro fa il punto con il parere del Dipartimento per gli Affari regionali e delle autonomie.
Il referendum sulla separazione del Comune di Venezia in due o in tre realtà autonome non sono fattibili dal punto di vista tecnico, legislativo e giuridico. A scriverlo è il Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie al quale l’Amministrazione comunale ha chiesto di esprimersi in merito all’applicabilità delle disposizioni regionali in materia di separazione territoriale del capoluogo metropolitano.
“La Legge Delrio 56/2014, è intervenuta in materia di modificazione del territorio del Comune capoluogo delle Città metropolitane introducendo una normativa specifica e speciale che ha carattere derogatorio, sia rispetto al Tuel, che alle eventuali leggi regionali precedenti con essa incompatibili” – si legge nella nota del Dipartimento, che in sostanza conferma il punto di vista della Giunta comunale. Come emerso nel Consiglio comunale del giugno scorso, infatti, l’illegittimità del referendum è motivata dal fatto che per i Comuni capoluogo di una Città metropolitana, come Venezia, la “Legge Delrio” prevede una procedura specifica per la suddivisione territoriale in più Comuni, costituita da una deliberazione del Consiglio comunale di Venezia a maggioranza qualificata, che deve poi essere sottoposta a consultazione referendaria di tutti i cittadini della Città metropolitana.
Richiamandosi poi al parere del Dipartimento per gli Affari regionali che sottolinea come il Comune capoluogo di una Città metropolitana abbia un rilievo e una tutela di carattere anche costituzionale, il sindaco ha precisato come insisterà affinché le Città metropolitane possano avere un’interlocuzione diretta con il Governo nazionale. Possibilità che potrà aprire diverse prospettive per la città di Venezia. “E’ importante – ha detto infine Brugnaro – avere la consapevolezza che c’è una Città metropolitana ed è l’unica che può competere a livello globale”.