Interni del Museo Palazzo Fortuny
Interni del Museo Palazzo Fortuny

A due anni dall’Acqua Granda del 2019, che invase il piano terra per 60 centimetri, la casa-atelier dell’artista Mariano Fortuny y Madrazo, viene restituita alla sua memoria e alla città, e diventa museo permanente.

Dopo i necessari interventi conservativi al piano terra e il riallestimento complessivo dei piani nobili, riapre Palazzo Pesaro degli Orfei: il gotico palazzo veneziano che si affaccia su campo San Beneto, costruito a metà del Quattrocento, ampliato e trasformato nel corso dei secoli, dimora e laboratorio dell’artista poliedrico Mariano Fortuny, nato a Granada nel 1871 e morto a Venezia 1949, che a inizi novecento scelse le città per le sue eclettiche sperimentazioni, insieme alla moglie Henriette Nigrin.

Dipinti, impianti illuminotecnici, abiti, tessuti, colori e tinture, archivi fotografici e opere della collezione personale, documenti e brevetti, convivono e trovano nuova luce nel Palazzo che sarà visitabile tutto l’anno con un percorso permanente e come sede espositiva di mostre temporanee dedicate alla contemporaneità.

La presentazione dei consistenti lavori di ripristino e messa in sicurezza, seguiti dal Comune di Venezia e dall’Ufficio tecnico e Manutenzioni della Fondazione Musei Civici di Venezia e finanziati tramite Art Bonus sono stati presentati questo pomeriggio alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, della presidente della Fondazione MUVE Mariacristina Gribaudi e della direttrice Gabriella Belli che, insieme a Chiara Squarcina e Pier Luigi Pizzi, ha curato il riallestimento del percorso espositivo.

Si è provveduto al rialzo della pavimentazione e di tutti gli impianti elettrici e a migliorare l’accessibilità per le persone con disabilità. Allo stesso tempo – è stato spiegato – si è potuto ripensare l’allestimento degli ambienti di Palazzo Pesaro degli Orfei in senso filologico, con la restituzione delle sale alla memoria e talentuosa vita dell’artista spagnolo e con la riapertura ai piani nobili delle meravigliose polifore, punto focale dell’architettura del Palazzo, ora pienamente valorizzata, e fonte di luce naturale modulata in base alle necessità.

“Sono stati spesi 793mila euro, di cui 500mila contributo di Pam, che ringraziamo – ha sottolineato il sindaco Brugnaro. Un altro importante esempio di sussidiarietà con l’intervento del privato e beneficio del patrimonio pubblico. L’allestimento del museo – ha aggiunto il primo cittadino – è costato invece alla Fondazione Musei civici 328mila euro. Fin dall’inizio ho sostenuto l’idea che il palazzo dovesse essere restituito alla città in modo continuativo, valorizzando la storia di questo straordinario artista e mecenate che ha lasciato alla città un patrimonio culturale di grandissimo valore e interesse che racconta la storia di una Venezia aperta, internazionale e accogliente”.

“Penso a quel 13 novembre del 2019 – ha raccontato Gribaudi -, il giorno dopo l’acqua alta. Poi è iniziata la pandemia. Sono stati due anni lunghissimi, che però la Fondazione ha voluto vivere come una grandissima opportunità: riorganizzare questo museo, dargli una logica e un’anima, che era quella di Mariano Fortuny e di tutta la sua famiglia, dimostrazione di un family business, la storia del saper fare. Solo un uomo come il maestro Pizzi, con la sua professionalità e maturità, poteva riuscire in questa impresa. Gli faccio i complimenti perché ha cambiato questo museo e lo ha stravolto. L’obiettivo è ora quello di aprire questa rinnovata sede museale alle attività educative, perché la fabbrica e la cultura vanno insegnate ai bambini”.

“La luce – ha evidenziato il maestro Pizzi – ha guidato il riallestimento espositivo perché ha rivelato spazi nuovi in cui è stato ricostruito il modo di vivere di un artista che fu pittore, scultore, fotografo, ma anche scenografo, costumista e illuminotecnico, cercando di mettere in mostra la curiosità che l’ha spinto a sperimentare”.

“Abbiamo lavorato tantissimo sulle fonti, sull’iconografia, sulle testimonianze di questo palazzo. Tutte le volte che si apriva una porta, un cassetto, un armadio – ha raccontato Belli – venivano alla luce migliaia di piccoli oggetti che avevano solo bisogno di essere riorganizzati e rianimati per riportare alla luce quel tema identitario fondamentale della Casa museo di Mariano Fortuny”.

L’inaugurazione del Museo – che verrà festeggiata il 12 e il 13 marzo con due giorni straordinari a ingresso gratuito, previa prenotazione obbligatoria – sarà l’occasione per presentare per la prima volta al pubblico, in esposizione temporanea a Palazzo Fortuny, la donazione ricevuta dalla Fondazione dei Musei Civici di Venezia di un nucleo di opere di artisti americani del XX secolo, la collezione Panza di Biumo.