Era il 4 luglio 2012 quando un pugno di imprenditori si riunì in uno studio notarile e fondò Treviso Basket, un soggetto che teoricamente avrebbe dovuto rilevare l’eredità in Serie A della Pallacanestro Treviso. Gli sviluppi storici del sodalizio biancoceleste hanno portato alfine a raggiungere l’obiettivo prefissato, anche se soltanto al termine di un lungo percorso a tappe. Lo ripercorriamo oggi, nel settimo anniversario della fondazione del club.

2012/13: I PIONIERI – Un’estate di carte bollate impedisce alla neonata TVB di coronare il proprio sogno di subentro nel massimo campionato. Primo passo è dunque l’acquisizione di due squadre giovanili dalla Ghirada con cui Treviso Basket si iscrive alla Promozione, primo campionato provinciale. Irrobustiti da alcune vecchie glorie strada facendo, i ragazzini terribili di coach Goran Bjedov vincono il campionato alle Ciardi di Quinto contro la Polisportiva S. Giorgio. Protagonista dell’atto finale è Pippo Sales ma il vero successo del club va riscontrato nei pienoni di pubblico al Natatorio e nell’arrivo di uno sponsor di portata nazionale quale De’ Longhi. La passione si rianima in città e provincia e le aziende iniziano ad incuriosirsi riguardo al club del presidente Vazzoler.

2013/14: APPRENDISTATO IN B – Dopo aver tentato l’acquisizione di club in crisi in A2, TVB riparte dalla DNB ottenuta grazie ad una wild card federale. Tanti i cambiamenti dentro e fuori dal campo: come direttore generale Giovanni Favaro rileva il testimone da Claudio Coldebella; Andrea Gracis prima coadiuva e poi sostituisce Riccardo Pittis quale responsabile della gestione sportiva; la proprietà della società passa dai cinque soci iniziali al Consorzio UniVerso; il campo di gioco si sposta al PalaCicogna di Ponzano Veneto, abbandonando causa impossibilità di omologazione le Piscine. Sul parquet la stagione si rivela complicata, la formazione a forte impronta trevigiana (unici “stranieri” Cortese e Parente) fatica ed in primavera Bjedov viene esonerato a favore di Gennaro Di Carlo e nei playoff Udine sgambetta i biancocelesti nei quarti. Ma il lavoro sottotraccia della dirigenza produce proprio poco prima dell’estate due frutti succosi.

2014/15: SI RIAPRE IL PALAVERDE – Prima la Trevigiana per il settore giovanile, poi Corato per la prima squadra: in poco più di un mese TVB cambia pelle e si trasforma in una società completa in ogni aspetto, sbarcando in A2 Silver con l’acquisizione del team pugliese. Pietra della ripartenza è coach Stefano Pillastrini, una garanzia di progettualità. La squadra è quasi totalmente nuova – unici superstiti dai tempi della Promozione i giovani Vedovato, Busetto e Malbasa – e piace moltissimo ai tifosi per il carattere pugnace. Soprattutto il 2014 segna il ritorno a Villorba e già alla prima partita casalinga, contro Reggio Calabria, si respira nuovamente l’atmosfera di un tempo con 4400 spettatori paganti. L’annata è un successo, la De’ Longhi si piazza sorprendentemente al primo posto nel girone Silver e gioca sia le Final Six di Coppa Italia di A2 che i playoff: le repentine eliminazioni, frutto di un netto divario tecnico col girone Gold, non scalfiscono l’entusiasmo e la soddisfazione della piazza.

2015/16: LA PRIMA SEMIFINALE – Il riordino dell’A2 con l’accorpamento della Silver nella Gold produce un innalzamento del livello medio e Treviso Basket si adegua firmando il centrone Andrea Ancellotti, la giovane stellina Davide Moretti ed il funambolico La’Marshall Corbett. Ancora una volta la partenza in campionato è fulminea, con un filotto di successi che proietta i biancocelesti al primo posto. Il fulmine a ciel sereno è la positività di Corbett all’antidoping che costringe il club ad un doloroso divorzio anticipato: il sostituto dell’americano, il connazionale Ty Abbott, è meno efficace del predecessore ma TVB reagisce comunque positivamente centrando ancora il traguardo delle Finali di Coppa – amara eliminazione al supplementare contro Scafati – ed arrivando nuovamente prima in regular season. Nei playoff una squadra di sostanziali esordienti fatica ma supera a gara5 gli ostacoli Casale Monferrato e Ferentino. In semifinale c’è la Fortitudo che, a sorpresa, elimina la banda Pillastrini 3-1 imponendosi al Palaverde in gara1. Il bilancio è comunque positivo e si comincia a sognare il passo successivo.

2016/17: UN TRIPLETE AMARO – L’ambizione è evidente e la società vuole coltivarla. Per sfruttare il talento di Moretti si decide di costruire una squadra su misura del figlio d’arte che difatti si rivelerà il miglior Under del campionato. Il rovescio della medaglia è rappresentato dalle difficoltà incontrate da Quenton DeCosey, poi tagliato per Zoltan Perl, e da altri giocatori. Nonostante questi ostacoli, acuiti dall’infortunio di Matteo Negri, la De’ Longhi torna per la terza volta alle Finali di Coppa, dove stavolta supera il primo scoglio (Roma) ma capitola in semifinale contro Biella, e conquista la terza regular season consecutiva. Tutto inutile: nei playoff, liquidata Trapani 3-0, i biancocelesti si inchinano ancora 3-1 alla Fortitudo che stavolta vince entrambe le prime due partite al Palaverde, sempre di misura.

2017/18: SI CHIUDE UN CICLO – Il quadriennio Pillastrini si chiude con l’estremo tentativo di cavalcare le doti di Fantinelli per salire in Serie A. Anche la nuova squadra è estremamente ambiziosa, con la scommessa di un solo straniero (John Brown) ad inizio stagione. Gli infortuni però condizionano la prima parte di stagione, al giro di boa TVB è desolatamente dodicesima. A gennaio l’ingaggio di Swann contribuisce alla svolta: con il secondo americano la De’ Longhi vince 13 delle 15 partite del girone di ritorno e chiude al terzo posto ma nei playoff in semifinale si scontra contro la corazzata Trieste e deve alzare bandiera bianca. E’ la fine di un ciclo, in pochi giorni la squadra cambia guida tecnica e perde quasi tutti i suoi protagonisti. A rendere meno agrodolce l’annata c’è lo scudetto dell’Under20, conquistato alle F8 di Torino.

2018/19: ECCO LA SERIE AMax Menetti, il nuovo capoallenatore, disegna una squadra ambiziosa e con qualche scommessa, come quella di Giovanni Tomassini, firmato puntando sul suo recupero dall’infortunio. L’azzardo non è baciato dal successo, al pari della scelta di Maalik Wayns e della conferma di Michele Antonutti. A svoltare la stagione sono gli ingaggi di Luca Severini e di David Logan: il giocatore di passaporto polacco porta la De’ Longhi prima a trionfare in Coppa Italia (primo trofeo in bacheca) e poi a vincere i playoff con una progressione imperiosa. Dopo sette anni, è finalmente Serie A. Il futuro è tutto da scrivere.