A Treviso non ci sarà il presidio in piazza dei Signori, perché i rappresentanti dei Vigili del fuoco sono stati ricevuti la scorsa settimana dal prefetto Maria Rosaria Laganà, che ha riconosciuto le problematiche del Corpo Nazionale, le condizioni di lavoro in cui si trovano ad operare i pompieri di Treviso e si è impegnata a scrivere subito a Roma. Dalla prossima settimana, il Comando di Treviso si troverà con una carenza di circa 50 unità tra Vigili del Fuoco e Capi Squadra su un totale di circa 300 previsti, un difetto prossimo al 20% che tra l’altro non considera i molti pensionamenti alle porte. Da ieri sono state accreditate un po' di ore di straordinario per venire incontro a questa carenza, ma non bastano e scadranno a fine anno.
I Vigili del fuoco chiedono al Governo la valorizzazione del proprio lavoro dal punto di vista retributivo e previdenziale, maggiore tutela per gli infortuni e le malattie professionali, un riconoscimento reale delle specificità e dell’alta professionalità, il potenziamento degli organici. I sindacati hanno deciso di farsi sentire anche perché questi aspetti ancora non hanno trovato il giusto riscontro nella Legge di Bilancio, che vede assegnati 25 milioni di euro, di cui 10 stornati da un fondo già esistente. Di fatto il contributo effettivo si riduce ai soli ed insufficienti 15 milioni di euro. Per capire questi contributi, bisogna pensare che per un allineamento con le forze di polizia ai Vigili del Fuoco servono 215 milioni.
“La giornata di mobilitazione - spiegano i rappresentanti territoriali Claudio Bertolo della Fp Cgil, Antonio Zambon della Cisl Fns e Michele Bessegato della Uilpa - è stata organizzata dai sindacati di categoria perché purtroppo continuiamo a constatare il mancato riconoscimento della specificità professionale delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto che non sono da meno rispetto agli operatori di altri settori legati a sicurezza e soccorso pubblico: le belle parole di elogio e stima tardano a tradursi in fatti concreti su un percorso di valorizzazione stipendiale delle specializzazioni del Corpo. Si sono poi manifestate difficoltà nell’applicazione delle disposizioni relative agli inquadramenti ed alle progressioni di carriera del personale ed una nuova legge delega a tale riguardo non è stata ancora prevista dal Governo nonostante le molteplici sollecitazioni sindacali. Come per tutti i dipendenti pubblici servono ulteriori investimenti”.