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Confagricoltura Veneto: frutta, 2022 annata no

Siccità, rincari e crollo dei prezzi: il 2022 è un’altra annata no per la frutticoltura veneta, che segna qualche dato soddisfacente sul fronte della qualità e della produzione ma, in generale, vede la campagna compromessa sia dall’ondata di caldo eccezionale durante l’estate, sia dai costi di produzione andati alle stelle.

Confagricoltura Veneto: il punto della situazione

“Negli scorsi anni avevamo avuto problemi legati soprattutto alla cimice asiatica e alle gelate primaverili – sottolinea Francesca Aldegheri, presidente del settore frutticolo di Confagricoltura Veneto -. Quest’anno, invece, il nostro nemico è stato il caldo, che ha comportato la produzione di frutta di piccoli calibri, e quindi pagata a prezzi di mercato piuttosto bassi, a fronte dei costi energetici che si sono moltiplicati, così come quelli dei concimi e dei fitofarmaci”.

E ancora: “I meloni erano partiti bene, ma il prezzo è velocemente crollato, a causa dell’eccesso di offerta. Pesche, albicocche, pere, mele, susine e albicocche hanno sofferto la sete e le alte temperature, con cascola e frutti piccoli, pagati molto poco. A questo vanno aggiunte le tempeste e la grandine, che hanno causato il “cracking” delle mele estive, mentre un po’ meglio è andata con le mele autunnali e i kiwi, favoriti dalle ottime temperature autunnali. In generale, però, le aziende frutticole vivono una situazione di sofferenza a causa di un susseguirsi di annate gravate da problemi meteo e di mercato. Tanto che anche quest’anno molti produttori procederanno con l’espianto di alberi che stanno causando la perdita di produttività delle imprese, come pesche, susine e pere”.

Necessità di azioni immediate

Confagricoltura, con il suo presidente della Federazione nazionale frutticoltura, Michele Ponso, chiede azioni immediate da parte del governo e dell’Europa per sostenere le aziende, a partire da misure urgenti come indennizzi, strumenti di sostegno al reddito e alla liquidità e interventi per alleviare i costi di produzione, ormai insostenibili.

“Servono detrazioni fiscali per calmierare i prezzi dell’energia e interventi tempestivi per ridare competitività al settore – rimarca Aldegheri -, accelerando sulla ricerca scientifica. Chiediamo anche aiuti per l’espianto e il reimpianto delle piante e la moratoria sui mutui, oltre a un tavolo frutticolo nazionale permanente per affrontare lo stato di crisi e puntare al rilancio del comparto”.

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