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Miocardite da vaccino: cosa comporta

Nei mesi scorsi la Food and Drug Administration e i Centers for Disease Control and Prevention hanno valutato l’approvazione per il vaccino COVID-19 di Pfizer per i bambini dai 5 agli 11 anni. La stessa FDA ha rilasciato un’autorizzazione all’uso di emergenza per il vaccino pediatrico, che è stata rapidamente seguita da un’approvazione da parte del CDC. Questo ha alimentato la preoccupazione per eventuali effetti collaterali del vaccino (come, ad esempio, la miocardite), soprattutto tra i genitori.

Miocardite da vaccino: i rischi

A destare maggior preoccupazione è appunto la miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco (il miocardio), che generalmente è determinata da un’infezione.

Tuttavia, quello che emerge dai dati del CDC è che casi di infiammazione al muscolo cardiaco di fatto siano molto rari. Infatti, anche nel gruppo a più alto rischio (ovvero i ragazzi dai 16 ai 18 anni) tale patologia si verifica circa 70 volte su un milione di vaccinazioni.

Il rischio da infezione è più elevato

Sempre secondo gli stessi dati del CDC, l’infiammazione- quando si verifica- tende a scomparire nel giro di pochi giorni, senza gravi conseguenze. Infatti, la miocardite stessa di solito si manifesta come parte di una condizione infiammatoria più generalizzata, che può verificarsi anche settimane dopo un’infezione acuta da covid. E sembra essere correlata a una risposta immunitaria eccessiva in grado di provocare gravi infiammazioni in tutto il corpo, cuore compreso.

Inoltre, per quanto riguarda le infiammazioni collegate al vaccino, gli esperti hanno osservato che l’infiammazione non è localizzata tanto nei tessuti del muscolo del cuore (il miocardio), ma prevalentemente nel rivestimento intorno al cuore (il pericardio).

Osservando ancora i dati pubblicati dal CDC, nei casi di miocardite tipica (dovuti ad altre cause) circa il 30% dei pazienti non ha riottenuto la normale funzione cardiaca dopo un mese. Nei casi di miocardite dovuta a un’infiammazione più generalizzata, come nel caso di infezione da coronavirus, la maggior parte dei pazienti è tornata alla normalità entro dieci giorni. Nell’infiammazione correlata al vaccino, i sintomi sono scomparsi mediamente in cinque giorni senza alterazioni della funzionalità del cuore.

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