Gli alpini non hanno portato soltanto un giro di affari economico di oltre trenta milioni di euro. Ma anche idee e iniziative sulla città. Tra queste l’ipotesi sempre più concreta di chiusura del centro storico di Treviso. Una grande isola pedonale come si cerca di realizzare da decenni.
La giunta Manildo infatti ha già messo allo studio un ampliamento delle Ztl all’interno delle mura. Nella grande adunata del Piave, per ricordare i cento anni della Grande Guerra si sono riversate sulla città e comuni limitrofi in tre giorni, dal 12 al 14 maggio, almeno 560 mila persone. E sono state 22 mila le telefonate, ricevute sempre dagli uffici del Comune, di trevigiani che chiedevano informazioni sull’adunata e sulle modifiche alla viabilità, tra divieti di sosta e deviazioni.
Dati eclatanti, otto i settori comunali coinvolti, compreso l’ufficio di gabinetto del sindaco Giovanni Manildo che ieri, insieme alla sua giunta, al comando della polizia locale e alla Protezione civile, insieme al presidente della sezione Ana di Treviso Raffaele Panno, ha tirato il bilancio dell’adunata degli alpini appunto dal fronte dell’impegno di Ca’ Sugana.
Allargare quindi le zone a traffico limitato (Ztl) del centro storico perché ai trevigiani è piaciuto tantissimo, il centro storico senza auto per ospitare l’adunata, sembra essere uno degli input più pressanti. Non vietare al traffico l’intero centro storico, ma comunque allargare le Ztl offrendo altri posti auto gratuiti appena fuori mura. Pedonalizzare piazza Duomo, creare nuovi posti auto fuori mura: 400 stalli all’ex Telecom, a Foro Boario, e altri 40 in zona acquedotto, più i nuovi 326 stalli, che però saranno a pagamento, quando verrà costruito il seminterrato all’ex Pattinodromo.