E’ stato presentato questa mattina l’allestimento del Padiglione Venezia in occasione della 60^ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia in programma dal 20 aprile al 24 novembre 2024. “Sestante Domestico” è il titolo dell’esposizione, illustrata a Ca’ Farsetti dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, dalla curatrice Giovanna Zabotti e dal commissario del Padiglione, Maurizio Carlin.
“Il percorso espositivo vuole essere l’esplorazione di una condizione non geografica, non di lingua, non sociale ma affettiva: entrare al Padiglione significherà penetrare nelle radici della propria natura, per cercare una consapevolezza anche di ciò che non può rappresentare ‘casa’ perché lontano ed estraneo” ha evidenziato Giovanna Zabotti.
“Il Padiglione Venezia da sempre racconta le eccellenze della città, oggi continua a farlo e grazie al concorso Artefici del Nostro Tempo molti giovani artisti di tutto il mondo possono raccontare la propria idea di arte ed esporre le loro opere in una vetrina internazionale di assoluto prestigio – ha detto il sindaco Brugnaro – Un’opportunità che ripercorre la storia della Biennale di Venezia, un’istituzione che appartiene alla città e che parla al mondo grazie all’incontro di tante nazioni nei Padiglioni dei Giardini della Biennale e dell’Arsenale. Ringrazio la curatrice Giovanna Zabotti e il commissario Maurizio Carlin, da anni sono impegnati nell’allestimento del Padiglione Venezia. Il titolo ‘Sestante Domestico’ mi piace molto. L’idea dell’orientamento in una città labirintica come la nostra, la trovo provocatorio e fonte di ispirazione e riflessione”.
Uno strumento di ricerca attraverso la storia e il nostro io, la natura e l’amore, “Sestante Domestico” prevede un alternarsi di poesia e pittura: i versi di Franco Arminio aprono il percorso, accompagnando il visitatore direttamente al cuore del tema. “Il mondo è pieno di azioni e di produzioni: ovunque abbiamo posato cemento, plastica e asfalto, in giro ci sono moltissimi oggetti e pochissimi pensieri ma questo non fa stare bene, non c’è luce sulle facce, c’è sangue morto nelle vene. È ora di ricominciare dallo sguardo, dalla parola che tutte le altre porta via, è il tempo della poesia. La poesia intesa come preghiera per ritrovarci assieme nella casa del mondo, un mondo brutalizzato dall’assenza del divino, del mito, del simbolico. Bisogna ripartire dal soffio visivo, dallo sguardo più che dalla produzione – racconta Franco Arminio – Più che continuare a trasformare il mondo bisogna riprendere a pensarlo, a interrogarsi sul senso del nostro stare qui. Oggi la poesia deve uscire dai suoi luoghi canonici, dalle nicchie per addetti ai lavori. La poesia deve letteralmente essere vista, deve essere poggiata per strada, negli edifici pubblici, nei locali dove si radunano le persone”.
Il progetto di Pietro Ruffo, ‘L’immagine del Mondo’, si ispira all’atmosfera della Biblioteca Marciana e si riferisce alla necessità umana di addomesticare la natura attraverso lo studio. “La Biennale di Venezia è sempre stata per me un momento di grande ispirazione, potervi partecipare – dichiara Pietro Ruffo – è stato uno stimolo per riflettere sul tema della domesticazione della natura attraverso la conoscenza. Il punto di partenza per il mio progetto, ‘L’Immagine del Mondo’, è stata la Biblioteca Marciana e gli incredibili tesori che custodisce: ho deciso quindi di creare due grandi globi e un’imponente libreria che ricreassero in chiave contemporanea l’atmosfera dei luoghi del sapere con riferimenti specifici alla città di Venezia e all’epico viaggio di Marco Polo di cui quest’anno ricorrono i 700 anni dalla morte”.
Da un lato la terra che rappresenta l’idea di viaggio e la costante contaminazione culturale che caratterizza la specie umana, rendendo familiari nuovi luoghi e storie, eliminando i confini e rendendo il mondo un luogo di “Stranieri Ovunque”. Questa parte introduce il tema dei giovani “artisti in viaggio” ovvero i vincitori delle 7 categorie del concorso Artefici del Nostro Tempo, con un allestimento in movimento creato ad hoc, e due giovani dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, Gaia Agostini e Besnik Lushtaku, che danno la loro originale visione del tema.
La zona culmina con la grande opera di Vittorio Marella, giovane pittore veneziano, dove il tema si trasforma in materia viva, offrendo, al contempo, problema e soluzione: siamo stranieri ovunque fino a quando non ci rendiamo conto che l’importante non è il luogo in cui ci troviamo ma con chi. “Essere invitato al Padiglione Venezia per rappresentare la mia città alla Biennale d’Arte è un grande onore. Da pittore, partecipare ad un evento così importante mi entusiasma moltissimo – dichiara Vittorio Marella – e mi ritengo estremamente fortunato a prendervi parte: Venezia vive del suo passato ma c’è molto di valido nel suo presente e spero di poterlo dimostrare”.
Nell’altro emiciclo il cielo rappresenta la volontà di andare al di là di ciò che possiamo esperire direttamente, una ricerca di un ordine universale che comprende anche la sfera celeste, uno sguardo rivolto verso l’alto come le mani delle straordinarie opere di Safet Zec. Ogni sua composizione pittorica è come una preghiera, è un atto di totale devozione e fede nei confronti del significato e della necessità dell’arte. Per lui la “direzione casa” è legata al dolore: nei suoi quadri emerge l’esigenza di riportare alla luce il dramma della guerra, della carestia e della fuga, ricordi indelebili che appartengono alla sua storia personale e, oggi come allora, alla nostra quotidianità. “Sono stato profondamente gratificato dall’invito ricevuto a esporre al Padiglione Venezia alla prossima Biennale d’Arte – afferma Safet Zec – anche se arriva per me in età avanzata. E’ stata una sorpresa che mi ha riempito di gioia e offerto ancora una volta l’occasione per mostrare le mie opere, non solo al pubblico veneziano ma anche a quello europeo e internazionale. Con orgoglio ho considerato questo evento un segno di fiducia e di continuità seguito alle molte occasioni che ho avuto di esporre le mie opere qui a Venezia. Dietro di me ci sono lunghi anni di creazione e moltissime opere, di conseguenza la mia intenzione per l’esposizione al Padiglione Venezia è di ricreare lì il mio studio e così, nella mia atmosfera lavorativa intima e personale, ma da sempre aperta agli incontri, poter mostrare alcune delle tele più significative della mia opera”.
Come negli anni scorsi il Padiglione Venezia è stato affiancato dalle grandi professionalità del territorio: Martina Vidal, a Burano, le cui ricamatrici hanno composto i versi della poesia di Franco Arminio, la Fondazione Teatro La Fenice, la cui falegnameria ha creato la spettacolare libreria di Pietro Ruffo, e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, i cui studenti accoglieranno e accompagneranno i visitatori all’interno del percorso espositivo.
“Il percorso espositivo del Padiglione Venezia – conclude il commissario Maurizio Carlin – anche per questa edizione si sublima nella multidisciplinarietà dei linguaggi artistici e sfocia nel dialogo aperto tra gli artisti invitati e i sette vincitori della quinta edizione di Artefici del Nostro Tempo in partenza per un importante viaggio di formazione che inizia proprio dai Giardini della Biennale. Da non dimenticare, infine, il recupero della vasca posta di fronte all’ingresso centrale del Padiglione cittadino il cui allestimento ci indurrà a soffermarci incantati e ammirare quello che si prepara a diventare un vero e proprio giardino sull’acqua”.
Anche quest’anno le opere vincitrici delle sette discipline del bando Artefici del Nostro Tempo saranno ospitate nel Padiglione e dialogheranno con i linguaggi degli artisti invitati in quello che è l’allestimento inclusivo.
I numeri di Artefici del Nostro Tempo per disciplina:
- pittura 493
- potografia 219
- Video Arte 120
- Fumetto e Illustrazione 112
- Poesia visiva 69
- Street Art 28
- Opere in vetro 21
Dei 1062 artisti che hanno proposto le loro opere 37 provengono da altri Paesi europei, 158 da Paesi extra-europei.
I vincitori per disciplina:
- Street Art: Thuy Linh Duong 24 anni (Vietnam)
- Videoarte: artista donna che ha scelto l’anonimato
- Poesia visiva: Ilaria Bellomo 27 anni (Italia)
- Fumetto e Illustrazione: Filippo Lucaroni 25 anni (Italia)
- Opere in vetro realizzate a Murano: Yi Li 25 anni (Cina)
- Fotografia: Francesca Maroni 28 anni (Italia)
- Pittura: Cecilia Cocco 22 anni (Italia)
Nel corso della conferenza è stato ricordato l’intervento di recupero della vasca antistante l’ingresso centrale del Padiglione Venezia. Quest’anno sarà valorizzata dalla scultura di un artista belga, Koen Vanmechelen. L’opera, alta circa due metri, ritrae un bambino che emerge dall’acqua della vasca con in braccio un’ancora, rivolto verso l’Arsenale Nord dove all’interno di una Tesa è ospitata l’Arca della Vita.
Partner dell’esposizione è BPER Banca La Galleria Corporate Collection, main sponsor, che accompagnerà “Sestante Domestico” nei sette mesi della durata della 60^ Esposizione Internazionale d’Arte.