Ieri 21 giugno il taglio del nastro della nuova ala del Centro di Servizi di Montebelluna Umberto I. Presenti, oltre al presidente Vincenzo Casa e al direttore Marco Giacon, l’assessore regionale Manuela Lanzarin, il sindaco di Montebelluna Adalberto Bordin, il consigliere provinciale Claudio Sartor, il consigliere regionale Marzio Favero e la presidente della V Commissione consigliare della Regione Veneto Sonia Brescacin, il prevosto del Duomo di Montebelluna rev. Antonio Genovese, i rappresentanti delle cooperative e delle associazioni del territorio e tanti famigliari degli ospiti.

I numeri relativi a questo ampliamento sono significativi. L’investimento complessivo è stato di 6,5 milioni di euro, con 5 milioni di finanziamento regionale e la parte rimanente a carico della struttura stessa. Il cantiere è durato complessivamente 41 mesi di lavori, con la realizzazione dei 3 piani della nuova ala: un interrato, un piano terra e un primo piano. Sono 27 le nuove stanzerealizzate, dotate di servizi, dispositivi e presidi di ultima generazione. La superficie lorda della nuova ala corrisponde a 2.710 mq. Potrà accogliere 52 ospiti.

Al piano terra il nucleo da 22 posti letto per persone non autosufficienti con Alzheimer e demenze, suddivisi in 11 camere da 2 letti ciascuna. L’interno del nucleo è caratterizzato da un percorso ad anello che consente il “wandering” ai residenti nei momenti di agitazione. Gli ospiti avranno inoltre a disposizione un giardino esterno protetto dedicato con accesso diretto all’interno attraverso passaggi sicuri, privi di ostacoli o barriere architettoniche. Al piano terra si trova anche il nuovo ingresso con hall e segreteria, spazi comuni per la socializzazione e l’incontro con i visitatori, il nuovo Centro Cottura (con accesso separato indipendente), oltre alla sala mensa per il personale.

 

Al primo piano il nucleo da 30 posti letto per anziani non autosufficienti a prevalente compromissione sanitaria media e grave. Realizzate 14 stanze da due posti letto ciascuna e due stanze singole. A questo livello si trova anche un ampio spazio comune con salottino per l’incontro con i familiari e altri spazi comuni per le relazioni sociali tra gli ospiti.

Al piano interrato invece vi sono i vani servizi, centrale termica, deposito biancheria sporca, quadri elettrici.

Progettualità ed efficienza energetica. La struttura è dotata di pannelli solari in grado di produrre acqua calda sanitaria per almeno il 50% del fabbisogno. Presente sul tetto anche l’impianto fotovoltaico con una potenza complessiva pari a 24 kilowatt di picco (kWp) di energia. Tutti gli ambienti sono molto luminosi e godono di luce naturale opportunamente filtrata. Gli spazi comuni sono distribuiti su tutta l’ala, con funzionalità di ultima generazione che contribuiranno a migliorare gli aspetti della residenzialità e della cura ma anche dell’attività lavorativa e professionale del personale. Gli arredi posizionati in tutta l’ala sono estremamente funzionali e restituiscono una percezione di calore, di ambiente familiare e domestico. L’impianto di illuminazione è altamente tecnologico con funzione di “rilevazione di presenza” in grado di ottimizzare l’utilizzo dell’energia. Il concetto ispiratore è quello di spazio terapeutico e di comunità, in grado di stimolare le capacità residue degli ospiti, anche più fragili. A livello progettuale è già stata prevista, inoltre, la possibilità di realizzare in futuro un ulteriore piano al di sopra di quelli esistenti.

“Per rispondere ai bisogni propri della non autosufficienza la residenzialità rappresenta oggi più che mai un valore e un servizio necessario, perché troppi sono i fattori che non consentono la permanenza nella propria abitazione a persone non completamente autosufficienti – spiega il presidente dell’Ipab Umberto I Vincenzo Casa -. In particolare, proprio nell’ottica di un invecchiamento complessivo della popolazione e della necessità di offrire nuove soluzioni, i Centri di Servizi per anziani hanno assunto da tempo un “ruolo sociale” ponendo al centro la persona e la considerazione dei suoi bisogni, con l’obiettivo di una presa in carico globale della sua sfera psicofisica e relazionale, integrata con gli altri attori della rete territoriale sociale e sanitaria. Questa nuova ala dell’Umberto I è stata progettata e realizzata per essere una casa moderna e funzionale, un luogo di accudimento e di relazione dove poter vivere una nuova dimensione familiare”.

“Con questi lavori di ampliamento si è definitivamente superato il modello di Centro di Servizi di tipo ospedaliero, realizzando un ambiente familiare, funzionale e protetto, in cui l’ospite può muoversi e vivere la propria autonomia, ma al tempo stesso con l’assistenza e il supporto di cui ha bisogno – spiega il segretario direttore dell’Ipab Umberto I Marco Giacon -. Particolare attenzione è stata posta inoltre alla creazione di spazi comuni accoglienti e facilmente fruibili dove poter vivere appieno la dimensione della socialità sia tra ospiti stessi che con i familiari in visita, così come agli aspetti legati alle attività lavorative e professionali svolti dal nostro personale”.

Commenta il sindaco di Montebelluna Adalberto Bordin: “L’attesa di vita e contestualmente il bisogno di accudimento e assistenza degli anziani è un’istanza sempre più sentita a livello nazionale e all’interno di molte famiglie. Avere strutture di altissimo livello come quella dell’Umberto I è quindi una risorsa preziosa per il territorio e la comunità specie, come in questo caso, se gli investimenti sono pensati proprio per rispondere con qualità ed efficacia a questo bisogno. Per questo non posso che ringraziare il Cda, sia quello precedente che quello attuale che, con lungimiranza, visione e senso di responsabilità hanno reso possibile realizzare questo ulteriore ampliamento della struttura. Li ringrazio anche per l’impegno costante, a disposizione dell’Umberto I e della comunità, che spesso equivale a tempo sottratto ai propri impegni personali e familiari. Un ringraziamento anche alla Regione che ha sostenuto economicamente e in maniera corposa l’opera che ha anche il pregio di essere all’avanguardia dal punto di vista energetico. E un doveroso ringraziamento anche al direttore della Casa di riposo e a tutti gli operatori che quotidianamente si dedicano al benessere degli ospiti”.

Dichiara Claudio Sartor consigliere della Provincia di Treviso: “Un piacere partecipare oggi all’inaugurazione dell’ampliamento della Casa di Riposo Umberto I, un servizio e un importante struttura di riferimento per la comunità di Montebelluna – le parole del consigliere provinciale Claudio Sartor, delegato dal Presidente della Provincia Stefano Marcon – la Provincia di Treviso ha collaborato in modo attivo alla sua realizzazione, seguendo le procedure di gara attraverso la sua Stazione Unica Appaltante. Nonostante le criticità affrontate negli ultimi anni, prima per l’emergenza pandemica e oggi con i rincari dei costi dell’energia e dei materiali dovuti al complesso scenario internazionale, vede la luce una nuova ala che permetterà di ospitare più pazienti e dunque rispondere ancora meglio alle nuove esigenze di cittadini e famiglie”.

“Con questo progetto, vediamo come la collettività sia in grado di esprimere l’impegno ad assicurare assistenza alle persone anziane non autosufficienti – afferma l’assessore regionale alla Sanità e Sociale Manuela Lanzarin -. Qui trovano casa le persone il cui grado di disabilità non permette loro di mantenere un’autonomia abitativa e qui si manifesta la risposta al bisogno di assistenza e cura, proprio nelle situazioni di maggior gravità, ed infatti le strutture come il Centro di servizi Umberto I sono un presidio fondamentale in grado di lavorare in rete con altri servizi del sistema socio sanitario, di cui dobbiamo essere fieri”.