Leggiamo e pubblichiamo con viva soddisfazione, l’approvazione della nuova legge regionale sul Cicloturismo. Una legge che incentiva il movimento su due ruote, la bicicletta come soluzione ecosostenibile per scoprire anche luoghi e bellezze del territorio della nostra regione, assolutamente la prima a livello italiano per numero di presenze turistiche.
Il Consiglio Regionale quindi, nelle settimane scorse ha approvato la legge regionale per lo sviluppo del cicloturismo. Per l’assessore Federico Caner : “Il Veneto è terra del pedale per eccellenza, ma lavoriamo per crescere ancora”.
Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato oggi la proposta di legge per la promozione del cicloturismo e per l’istituzione del logo “Venice Bike Lands”.“Il Veneto è terra del pedale per eccellenza, sotto tutti i punti di vista – commenta con soddisfazione l’approvazione della norma l’assessore al turismo, Federico Caner –: per la straordinaria qualità nella produzione di biciclette, per il gran numero di appassionati di ciclismo, per aver sfornato fior fiore di campioni delle due ruote e per la vastissima offerta di percorsi ciclabili, in contesti di ineguagliabile fascino e pregio paesaggistico, in grado di soddisfare la crescente domanda di escursioni e vacanze in sella a una bici. Il cicloturismo è una risorsa di cui già conosciamo le grandi potenzialità ma per la quale i nostri territori hanno ancora un abbondante margine di crescita che, grazie a questa legge ora possiamo utilmente promuovere e sviluppare, mettendo a sistema le iniziative pubbliche e private già avviate, fornendo un’immagine unica e coordinata di questo segmento d’offerta”. L’assessore Caner segnala che la Giunta regionale dovrà definire prossimamente le dotazioni e i servizi di dovranno dotarsi quanti opereranno nelle diverse attività
connesse al cicloturismo, comprese ovviamente le strutture ricettive, individuando i requisiti obbligatori per fregiarsi del marchio “Venice Bike Lands”.
“Un passo avanti per raggiungere, ad esempio, gli obiettivi della destagionalizzazione e della delocalizzazione, come indicato dal Piano Strategico del Turismo di cui ci siamo dotati lo scorso anno – conclude Caner –, puntando al prolungamento della stagionalità classica e all’affermazione di destinazioni nuove ed emergenti. Un’offerta questa che si inserisce, con il trekking e gli itinerari a cavallo, nel segmento del cosiddetto ‘turismo lento’, che assicura una ricaduta economica e occupazionale fino a qualche anno fa inimmaginabile, che acquisisce sempre maggior rilevanza a livello internazionale perché consente di scoprire e soprattutto di vivere, anche attraverso itinerari inconsueti, territori non conosciuti ma assolutamente interessanti e originali per le loro eccellenze enogastronomiche, culturali e artistiche”.