Il calcio italiano sta ancora cercando di capire se potrà concludere i propri campionati, quando e in che modo. Ma se la Serie A sembra poter avere tutti gli strumenti per almeno provare a completare la propria stagione, per la serie B non è così. Di questo, e di altri argomenti, ne abbiamo parlato con Alessio Dionisi, allenatore del Venezia FC.
“Non sappiamo quali decisisioni verranno prese. Sicuramente non siamo stati a guardare, nel senso che i ragazzi hanno continuato, nei limiti del possibile, ad allenarsiin modo tale da restare attivi. Non sta a me dire se e quando ripartiremo. Di certo è tanto che stiamo cercando di capire, ma non è facile poterci sbilanciare in un tempo in cui il Governo deve decidere ogni giorno su cose molto, molto più importanti”.
Come sta trascorrendo questo periodo?
“Personalmente non mi stanno pesando queste settimane. Il rapporto con i ragazzi è quotidiano e diretto, con il fatto di allenarsi su Skype ci sentiamo quasi tutti i giorni. Poi ognuno è rimasto nelle case in città. Era dovere nostro e ovviamente mio tenerli fisicamente attivi e anche supportarli, per confrontarci”.
Se verrà deciso di concludere la stagione, in pratica dovrete giocare un mini-campionato. Come potrebbe essere?
“Ipotesi ne sono state fatte tante, ma non ho il diritto né il dovere di formulare ipotesi in tal senso, perché non ho il potere di decidere. Dobbiamo solo adeguarci alle decisioni delle persone competenti, qualsiasi siano. Poi dopo potremo discutere se le scelte saranno giuste, ma non si potrà saperlo se non attuandole, perché stiamo parlando di una cosa inedita, mai successa prima”.
Ci deve essere un limite massimo, in termini di tempo, per sapere se si riprenderà questa stagione?
“Non saprei rispondere. So solo che molti contratti scadranno il 30 giugno di quest’anno, quindi se si andrà oltre tale data, si dovranno prendere decisioni anche tenendo conto di questo. Comunque, non mi piace parlare per convenienza: si corre il rischio di essere travisati e soprattutto di andare dietro al proprio obiettivo. Io anzi baratterei il mio insuccesso personale – non di squadra – per la ripresa di tutto, di qualsiasi cosa, dell’economia dell’Italia. Gli obiettivi personali devono essere messi da parte a favore della ripresa del Paese. Non si deve pensare in funzione della classifica del Venezia, errore che hanno fatto in molti, perché c’è anche il rischio di essere interpretati male”.
Sarebbe pronto in caso di ripresa del Campionato?
“Assolutamente sì, ma credo che chiunque vorrebbe riprendere la vita normale, che per me è andare tutti il giorni al campo, per un barista è aprire il bar al mattino e chiuderlo la sera. Se ci fossero le condizioni, ci faremmo trovare pronti qui ed ora. Ma io mi devo fidare di chi deve decidere se ci sono le condizioni. In questo momento credo che chi decide debba essere libero di farlo, per il bene del Paese. Le critiche solo dopo”.
Quali sono state le difficoltà di dover gestire un gruppo in una situazione così particolare?
“Il fatto di affrontare la quotidianità dei ragazzi, di tenerli comunque ‘accesi’, perché altrimenti è facile che si allenino male, per tacere del fatto che ognuno di noi è diverso, c’è chi vive questa “reclusione” in un modo e chi in un altro. Abbiamo cercato quindi di sdrammatizzare, proponendo allenamenti più divertenti, per così dire. Comunque, se pensiamo ad altre situazioni, noi non ci possiamo lamentare. Le vere difficoltà sono ben altre”.
Voi avete raggiunto un accordo sui compensi, molto apprezzato dal Presidente Duncan Niederauer. Come siete giunti a questa decisione?
“In realtà è stata una decisione presa dalla squadra, dei ragazzi più esperti come capitan Modolo che poi è stata condivisa da tutti. Noi, come staff, ci siamo accodati molto volentieri. Da una parte c’è una società con un presidente molto disponibile al dialogo e, secondo me, molto sensibile alle volontà dei ragazzi, dall’altra parte una squadra nei confronti della quale ho finito gli aggettivi, perché non hanno mai mollato e li stimo ancora di più per la decisione che hanno preso. Hanno confermato quanto di buono c’è in questo gruppo”.
Qualunque sarà la decisione che verrà presa, se cioè il campionato riprenderà o meno, quale sarà l’incidenza che potrà avere sulla prossima stagione?
“Non lo so, dipende che cosa decideranno per il breve periodo. Sicuramente potrebbe darsi che tutti gli addetti ai lavori dovranno adattarsi, ridimensionarsi. Il mondo del calcio sicuramente ne risentirà, dovremo fare tutti un passo indietro. Dal punto di vista tecnico-tattico non credo cambierà qualcosa, più che altro potrebbero esserci cambiamenti dal punto di vista fisico, per evitare strascichi, problemi muscolari e tendinei, perché mai c’è stato prima un periodo così lungo di inattività. Dovremo essere bravi tutti a ricominciare, quando sarà, nel miglior modo possibile. Non sappiamo ancora come sarà la risposta fisica – e qualcuno dice anche psicologica – nel breve e nel lungo periodo”.