Una veduta del litorale di Jesolo dall'alto - foto di repertorio
Una veduta del litorale di Jesolo dall'alto - foto di repertorio

A Jesolo sono negativi gli esiti dei primi tamponi di controllo che l’Usl 4 ha eseguito sui migranti in quarantena alla Croce Rossa. L’analisi dei tamponi dovrebbe essere completata tra oggi e domani. Poi, se l’esito sarà per tutti negativo, si potrà dire concluso il periodo di quarantena. A questa i migranti sono stati sottoposti, dopo la scoperta di una serie di casi di positività. Gli ospiti della struttura risultati positivi sono subito stati trasferiti altrove. Ma anche per i soggetti negativi è scattata la quarantena, stavolta all’interno della Croce Rossa di Jesolo. Non sono mancate le tensioni. Il sito è stato sorvegliato a vista da polizia ed esercito per scongiurare violazioni della quarantena. Se l’esito complessivo dei tamponi risulterà negativo, allora i vertici dell’Usl 4 potranno valutare positivamente la riapertura delle porte della struttura, giudicando conclusa l’emergenza.

Intanto albergatori e commercianti jesolani si schierano contro le fake news, chiedendo un maggior senso di responsabilità da parte di tutti. In particolare da parte dei cittadini che usano i social network. L’appello arriva da Alberto Maschio e Angelo Faloppa, rispettivamente presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori (Aja) e dell’Ascom Confcommercio del mandamento. La richiesta arriva dopo le molte fake news che, soprattutto sui social, stanno rimbalzando in merito a presunte chiusure di locali a Jesolo.

“In questi giorni”, dicono Maschio e Faloppa, “stiamo assistendo a una nuova ondata di false notizie. Vengono divulgate soprattutto attraverso i social o le più comuni chat, in merito a presunte chiusure di attività commerciali, di ristorazione e di ricettività alberghiera a causa di contagi da Covid-19. Sono forme di disinformazione scellerata, scriteriata e irresponsabile, che sta portando danni non solo ai locali colpiti dalle fake-news, ma anche a tutta la località e di fronte alla quale non possiamo tacere”. “Ancora una volta”, concludono i due esponenti di categoria, “ci vediamo costretti ad un forte richiamo al senso di responsabilità da parte di tutti. Soprattutto in momenti come questi c’è la necessità di fare squadra. Non dare credito a voci incontrollate. E anzi stopparle sul nascere senza alimentare inutili allarmismi. Va ricordato che anche quanto scritto sui social è perseguibile dalla legge”.