I piedi piatti sono un’alterazione anatomica che implica un arco plantare mediale più basso rispetto a quello della norma o, nei casi più seri, addirittura assente.
Questa condizione (congenita o acquisita) fa sì che la parte centrale interna del piede di fatto appoggi al suolo in maniera errata.
Piedi piatti: sintomi
Nel concreto, la presenza dei piedi piatti altera la distribuzione del peso sugli arti inferiori favorendo danni a carico delle articolazioni, dei muscoli, delle ossa e dei legamenti.
In presenza di questa anomalia, dunque, si verifica dolore localizzato ai piedi, alle caviglie, alle ginocchia e/o iperpronazione.
Diagnosi e cure
Per giungere ad una diagnosi certa è fondamentale rivolgersi ad uno specialista che eseguirà un esame obiettivo del paziente. Se l’alterazione è minima può essere sufficiente una terapia conservativa, mentre nei casi più seri talvolta può essere necessario un intervento chirurgico.
Per quel che concerne la terapia non-chirurgica (o conservativa) le soluzioni sono molteplici: un primo rimedio, ad esempio, è dato dalle ortesi plantari podologiche (o semplicemente plantari) che vengono modellate specificatamente sul piede del paziente.
Inoltre, lo specialista potrà consigliare apposite scarpe ortopediche per correggere l’errata postura, esercizi di stretching mirati e fisioterapia atta a migliorare la tecnica di camminata.
Tuttavia, qualora la terapia conservativa si riveli inefficace o non risolutiva, il medico potrà anche consigliare di ricorrere alla chirurgia. In tal caso, la tipologia di intervento varierà in base alla sintomatologia evidenziata e alla gravità del disturbo.