Lo Stato italiano dovrà restituire ai Comuni trevigiani ricorrenti i 24 milioni di euro (24.575.225,47 precisamente) relativi al riparto del Fondo di Solidarietà 2015. E lo dovrà fare entro 120 giorni.
Lo ha deciso il Consiglio di Stato con la sentenza 05855/2021 pubblicata oggi stesso (12 agosto 2021) che si pronuncia sulla richiesta di ottemperanza avanzata dai 44 Comuni trevigiani nel 2020. La richiesta di ottemperanza è una sorta di ingiunzione di pagamento che i Comuni hanno dovuto compiere perché lo Stato, pur a fronte di una sentenza passata in giudicato, non stava restituendo loro il dovuto.
Infatti il Consiglio di Stato si era già pronunciato nell’aprile 2018 a favore della richiesta dei Comuni trevigiani, confermando la sentenza del Tar Lazio 2554/2017, che riconosceva appunto il loro diritto al rimborso dei tagli indebitamente fatti dallo Stato sul Fondo di Solidarietà 2015.
Ora finalmente si è arrivati all’epilogo di una vicenda giudiziaria.
«Abbiamo sempre avuto fiducia che la vicenda avrebbe avuto un epilogo positivo per i nostri Comuni, incoraggiandoli a continuare l’iter legale – commenta Mariarosa Barazza, presidente dell’Associazione Comuni della Marca Trevigiana -. Aver unito le forze tra Comuni virtuosi di un territorio storicamente penalizzato ha portato a ottenere giustizia e risultati concreti. Certamente avremmo voluto, da parte dello Stato, un atteggiamento diverso: la sentenza del Consiglio di Stato che dava ragione ai Comuni trevigiani è del 2018, tre anni fa. L’augurio è però che la questione ritorni dal campo giuridico a quello politico, con la creazione di una dialettica tra istituzionali centrali e locali basata su trasparenza, fiducia, giustizia e solidarietà, ovvero con la realizzazione di un vero federalismo, maturo e compiuto».
La vicenda ha inizio nel 2015 quando 44 Comuni trevigiani, coordinati dall’Associazione Comuni della Marca Trevigiana, impugnano il provvedimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri con i riparti del Fondo di Solidarietà 2015 che – ritengono i Comuni di Marca – li penalizza e, soprattutto, ha il difetto (che permise appunto l’impugnazione) di essere stato emanato in ritardo di 9 mesi rispetto al termine di legge.
Inizia una battaglia legale che ha visto i Comuni trevigiani vittoriosi per ben due volte di fronte alla giustizia amministrativa: con sentenza del Tar del Lazio 2554 del febbraio 2017 e con sentenza del Consiglio di Stato n. 2201 dell’aprile 2018.
Ma i soldi, da Roma, non arrivano. Perciò i 44 Comuni trevigiani sono costretti a chiedere il giudizio di ottemperanza ovvero un’ingiunzione di pagamento che obblighi lo Stato a rispettare la sentenza, pagando.
A novembre 2020 un nuovo colpo di scena che sembra fatto per sbloccare tutto. Il Consiglio di Stato, che doveva pronunciarsi sull’ottemperanza, si trova davanti ad una richiesta dell’Avvocatura generale dello Stato di dimezzare la restituzione della somma richiesta dai Comuni trevigiani. Non capendo secondo quali criteri l’Avvocatura volesse restituire solo 10 milioni di euro al posto dei 24 richiesti, il Consiglio di Stato domanda chiarimenti alla Ragioneria dello Stato. Per i Comuni trevigiani è l’ennesima estenuante attesa.
La causa è stata patrocinata dall’avv. Giacomo Quarneti.
I 44 Comuni trevigiani vincitori della lunga battaglia giudiziaria sono: Altivole, Asolo, Carbonera, Casale sul Sile, Castelfranco Veneto, Castello di Godego, Codognè, Colle Umberto, Conegliano, Fonte, Gaiarine, Giavera del Montello, Godega di Sant’Urbano, Istrana, Loria, Mareno di Piave, Maserada Sul Piave, Monastier di Treviso, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Oderzo, Paese, Pieve di Soligo, Ponzano Veneto, Povegliano, Quinto di Treviso, Refrontolo, Resana, Riese Pio X, Roncade, San Biagio di Callalta, San Fior, San Vendemiano, Santa Lucia di Piave, San Zenone degli Ezzelini, Sernaglia della Battaglia, Silea, Spresiano, Susegana, Trevignano, Valdobbiadene, Vazzola, Vedelago, Villorba.