Presentato oggi ai media il Report del 3° trimestre 2021, coordinato da Alessandro Minello, con l’analisi del trimestre estivo. Terziario in ripresa, crescono servizi e mediazioni, il commercio cambia e recupera posizioni pre-Covid, mentre il turismo beneficia della finestra estiva restando agganciato alla stagionalità.
Il terziario, nella sua complessità e pur in un contesto pandemico di estrema difficoltà che persiste, dimostra – nell’analisi del terzo trimestre del 2021 fornita da EBiComLab, il Centro studi sul Terziario coordinato da Alessandro Minello – che la ripresa annunciata e registrata nella prima parte dell’anno non è un fuoco di paglia, ma una realtà concreta che, anche nell’estate 2021, ci restituisce una dimensione economica paragonabile all’epoca pre-Covid del 2018.
Il Report verrà presentato nei prossimi giorni agli imprenditori e dirigenti Associativi. Questa l’anteprima ufficiale coi dati principali.
I dati principali: fotografia della ripresa, “sta tornando la voglia di fare impresa”
Con le sue 56.308 unità locali terziarie, Treviso si conferma la quarta provincia del Veneto per numerosità imprenditoriale e prosegue nella crescita, manifestando un tasso di sviluppo del +0,5% (uno dei più alti all’interno della regione, insieme a Belluno e Vicenza) pari a 255 unità locali in più tra il mese di luglio e di settembre, e confermando il trend positivo già evidenziato nel corso del secondo trimestre (+0,8%).
Il terzo trimestre dell’anno risponde positivamente al Decreto Riaperture, alle uscite nel tempo libero e ai movimenti dell’estate e mostra alcuni segnali importanti.
Gli imprenditori aumentano per il secondo trimestre consecutivo, sia pure in misura limitata. Nel complesso dell’area provinciale, si evidenzia un ulteriore incremento della classe imprenditoriale (+0,2% pari a +142 figure, che si sommano ai +387 del trimestre precedente), che porta la Marca Trevigiana a raggiungere un totale di 70.761 imprenditori terziari. Dopo una crisi che negli ultimi 4 anni ha portato alla perdita di 1.400 titolari e amministratori di attività, la seconda metà del 2021 ci restituisce quindi una crescita progressiva delle figure imprenditoriali. Si tratta per lo più di maschi (81,7%) e soggetti di nazionalità italiana (78,9%), concentrati in particolar modo nel mercato immobiliare, nel commercio all’ingrosso, nelle attività sportive e di intrattenimento. In riduzione il gap generazionale: entrano gli under 30 (+3,7% pari a +97) e la fascia tra i 30 e i 49 anni (+0,7% pari a+167), mentre escono dal mercato le fasce di imprenditori più anziani tra i 50 e i 69 anni (-0,1% pari a -38) e gli over 70 (-1,0% pari a -84)
Il commercio, il turismo e i servizi: segni + e qualche doppia cifra, “non era un fuoco di paglia”
Dopo il lungo e drammatico periodo della pandemia, che ha penalizzato in modo particolare il comparto turistico e quello commerciale, nel secondo trimestre ci si chiedeva se i timidi segnali di ripresa emersi dall’analisi del Centro Studi potessero essere considerati un “fuoco di paglia”. Ora possiamo dire che il terzo trimestre si conferma in crescita, restituendoci un settore terziario che dimostra di avere risorse, non solo per resistere (resiliente), ma anche per reagire e contrastare le fragilità.
Il report conferma la crescita imprenditoriale del commercio (+0,3% pari a +52 unità locali) per il secondo trimestre consecutivo, dopo anni di bilanci negativi. Treviso è la provincia ad apportare il maggior numero di localizzazioni in regione (il 73,1% concentrate nell’omonimo mandamento). Ecco chi registra segni + più significativi:
↑ “Empori non specializzati” (+5,0%)
↑ “Agenti, rappresentanti e procacciatori di affari” (+2,0%)
↑ “Autoveicoli e motocicli” (+0,9%)
Continua, perché collegata al periodo estivo e alla stagionalità, la ripresa del turismo (+0,5% pari a +37 unità locali). L’ estate 2021 è stata caratterizzata dall’aumento delle attività del “Tempo libero” (+2,0% pari a +23) e della “Ristorazione” (+0,3% pari a +14), nella sua componente più stagionale. Stazionari alberghi, agenzie di viaggi, convegni e fiere.
↑ “Federazioni sportive e attività di promozione di eventi connessi” (+11,1%)
↑ “Centri per il benessere fisico” (+4,8%)
↑ “Attività di intrattenimento e divertimento” (+3,2%)
↑ “Mense e catering” (+8,8%)
↑ “Ristorazione ambulante” (+7,0%)
↑ “Cibo da asporto” (+1,9%)
Avanza sempre più il settore dei servizi (+0,5% pari a +166 unità locali), trainato dalle “Attività professionali e consulenze” (+1,2% pari a +52) e dalle “Attività immobiliari” (+0,7% pari a +47). Torna a crescere il settore della “Logistica” (+0,8% pari a +20).
↑ “Servizi logistici relativi alla distribuzione delle merci” (+7,8%)
↑ “Progettazione di ingegneria integrata” (+5,6%)
↑ “Campagne di marketing e altri servizi pubblicitari” (+5,5%)
↑ “Design grafico, tecnico e per l’arredamento” (+4,3%)
↑ “Mediazione immobiliare” (+2,1%)
↓ “Trasmissioni radiofoniche e televisive” (-11,1%)
↓ “Istituti di intermediazione monetaria” (-1,9%)
L’occupazione e il mercato del lavoro
Continua a crescere l’occupazione terziaria provinciale. Sono +1.285 i posti di lavoro dipendente maturati in provincia di Treviso nel corso del terzo trimestre 2021 e +4.970 quelli accumulati da inizio anno (un numero che si avvicina ai volumi registrati nel 2018).
Le aziende favoriscono l’inserimento di personale femminile (+685 posti di lavoro) e di nazionalità straniera (+660 posti di lavoro). Sono +1.220 gli under 30 con un contratto attivo al 30 settembre e +805 quelli tra i 30 e i 54 anni, mentre continua a diminuire la quota degli over 55 (-745 posti di lavoro), un fenomeno che trova riscontro anche nei precedenti trimestri dell’anno (-1.035 da gennaio a giugno).
Si consolidano i posti di lavoro a tempo indeterminato (+1.110), in gran parte frutto di trasformazione di forme a termine. Consistente il calo del lavoro somministrato che, pur rimanendo una delle tipologie contrattuali più utilizzate (+310 posti di lavoro), subisce una flessione importante rispetto alla stagione estiva del 2020 (+1.415 posti di lavoro), mentre continua a crescere il lavoro intermittente (+390 posti di lavoro) e il lavoro parasubordinato (+30 posti di lavoro).