Dibattito a Mestre sul futuro della ristorazione
Dibattito a Mestre sul futuro della ristorazione

Quasi 8mila e 500 pubblici esercizi, di cui poco meno di 3mila e 600 nel solo Comune di Venezia, per un totale di 33mila addetti ai lavori. Sono alcuni dei numeri del settore della ristorazione sul territorio cittadino e metropolitano, alle prese con le conseguenze di diverse situazioni di crisi, partite con la pandemia e proseguite con i rincari dei costi dell’energia e delle materie prime. Se ne è parlato all’incontro dal titolo “Dai valori alla sostenibilità. Dopo la mobilitazione, ora le proposte”, che si è svolto questa mattina, lunedì 10 ottobre, nella sede di Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia a Mestre, con l’organizzazione di Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi. Presenti in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Venezia l’assessore al Commercio e alle Attività produttive, Sebastiano Costalonga, insieme all’assessore allo Sviluppo economico, Simone Venturini.

L’iniziativa arriva dopo le simboliche manifestazioni delle scorse settimane degli esercenti, tra cui quella in Piazza Ferretto che ha visto gli operatori stracciare le copie delle bollette delle utenze di luce e gas. A parlare di dati e proposte del settore sono intervenuti Massimo Zanon, presidente Confcommercio Unione Metropolitana Venezia, Roberto Calugi, direttore generale Fipe nazionale, Paolo Artelio, presidente Fipe Veneto, Andrea Chiriatti, area lavoro Fipe nazionale e Davide Rampello, giornalista che ha presentato la “Carta dei Valori della Ristorazione”. Si tratta di un vademecum di valori e azioni condivise dalla categoria, che mette al centro aspetti come economia, comunità, cura, cultura, memoria, ambiente, festa e formazione. Fipe la sta promuovendo e facendo sottoscrivere sul territorio nazionale anche ai rappresentanti delle istituzioni locali. Per il Comune di Venezia è stato l’assessore Costalonga a siglare il documento.

Durante il dibattito Zanon e Artelio hanno sottolineato la necessità di offrire con urgenza un sostegno alla categoria, che vede aumentare in modo costante le fasce più fragili. Gli operatori della ristorazione, ha sottolineato in particolare Artelio, soffrono di continui aumenti di costi che stanno praticamente azzerando i margini di guadagno. Il direttore Calugi ha ricordato i numeri preoccupanti dell’aumento dell’energia, scaturiti da una indagine dell’ufficio studi Fipe su dati Infocamere. In media i costi energetici per un ristorante passano da 11.075 a 34.200 euro l’anno, mentre per un bar da 5.573 a 16.340 euro l’anno. Dati su scala nazionale che fotografano i costi triplicati per un settore che, è stato ricordato, arrivava dal periodo di sofferenza per la pandemia e che ad esempio, nell’area metropolitana di Venezia, ha visto negli ultimi due anni la perdita di quasi un quarto di dipendenti (-24.1%).

“Con Fipe e Confcommercio – ha detto nel suo intervento Venturini – abbiamo condiviso iniziative importanti in questi anni, ma oggi siamo qui a parlare anche di problemi e di possibili soluzioni. Viviamo in un Paese appesantito da una spesa pubblica che cresce e che spesso si scarica sulle attività produttive. Occorre tornare alle basi, alle idee semplici, che sono quelle che funzionano meglio. Un ristoratore deve poter lavorare in un contesto che lo considera amico, che lo sostiene. Ed è bella l’iniziativa di avere una Carte dei Valori, che rimette al centro quello che l’attività di ristorazione valorizza: lo stare insieme, il fare comunità e raccontare la storia del nostro Paese”.

“Sarebbe auspicabile – ha aggiunto Costalonga – che anche a livello governativo si facciano scelte importanti come quelle che chi fa impresa compie ogni giorno, specie in questo momento. Considero eroi, oggi come oggi, coloro che riescono ad alzare quotidianamente la saracinesca e portano avanti il loro lavoro, in trincea. E che investono perché credono nella loro capacità di fare impresa”. Sulla Carta dei Valori, Costalonga ha detto che si tratta di un documento “che racconta la storia del nostro Paese, sostenuto da attività che vanno salvaguardate. Perché dove ci sono fanno anche da presidio di socialità e sicurezza. Aziende che vanno tutelate – ha concluso – anche partendo dalle sinergie che emergono in questi tavoli di confronto”.