Un drammatico episodio ha scosso la comunità agricola di Tarzo, in provincia di Treviso, quando un branco di lupi ha fatto irruzione in un allevamento recintato, causando la morte di otto animali. L’incidente ha riacceso il dibattito sulla gestione della fauna selvatica e l’impatto sulla vita rurale.
Lo scenario agghiacciante
Il proprietario dell’azienda agricola Merotto Dino, situata in località Costa di Tarzo, si è trovato di fronte a una scena devastante: cinque capre e tre pecore giacevano sbranate all’interno del recinto. L’attacco, presumibilmente compiuto da almeno tre lupi, ha colto di sorpresa gli allevatori, poiché la zona non aveva mai registrato in precedenza la presenza di questi predatori.
Preoccupazioni per il futuro dell’agricoltura
Il pastore colpito ha espresso profonda preoccupazione non solo per la proliferazione della fauna selvatica e la sua pericolosità, ma anche per le possibili conseguenze a lungo termine sull’agricoltura locale. “Se noi come coltivatori e allevatori abbandoniamo questo mestiere, il territorio andrà verso il degrado e non ci sarà nessuna fascia di protezione verso i centri abitati,” ha dichiarato, sottolineando l’importanza del ruolo degli agricoltori nel mantenimento dell’equilibrio ambientale.
Risposta delle autorità e delle associazioni
La Coldiretti, associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, ha prontamente contattato la Polizia provinciale per richiedere un ristoro all’azienda colpita. Sul posto è intervenuto anche il personale del servizio Veterinario dell’Usl della Marca per valutare la situazione.
L’associazione ha evidenziato come questo attacco non rappresenti solo una perdita economica per l’azienda, ma metta in pericolo l’intero tessuto sociale e ambientale della regione, dove la presenza dell’uomo è fondamentale per il mantenimento del territorio.
Il dibattito sulla protezione del lupo
Mentre a Tarzo si fa i conti con le conseguenze dell’attacco, a livello europeo si discute un possibile cambiamento dello status di protezione del lupo. La proposta di declassare lo status da “rigorosa” a “semplice” protezione rappresenterebbe, secondo la Coldiretti, un passo avanti significativo verso una gestione più equilibrata della situazione.
Impatto sul settore agricolo
Negli ultimi dieci anni, secondo i dati elaborati da Coldiretti, i predatori hanno contribuito alla chiusura di 800 stalle e all’uccisione di 65.000 tra pecore, capre e agnellini. Questo trend ha costretto molti pastori ad abbandonare l’attività, minacciando il futuro delle filiere casearie, importante risorsa economica e turistica della regione.
La presenza del lupo in Italia
Il fenomeno non è isolato: gli avvistamenti di lupi nella Marca trevigiana sono aumentati notevolmente negli ultimi tempi. Un caso emblematico è stato quello della “lupa del Piave”, avvistata persino tra gli spettatori di un festival a Cimadolmo prima di essere catturata.
Secondo lo studio di Life WolfAlps EU, la popolazione di lupi in Italia si aggira intorno ai 3.300 esemplari, di cui 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 nel resto della penisola.
Questo episodio riaccende il dibattito sulla necessità di trovare un equilibrio tra la conservazione della fauna selvatica e la protezione delle attività agricole, fondamentali per l’economia e l’ecosistema delle aree rurali italiane.