Carenza di infermieri e medici, il tasto dolente della sanità trevigiana. Francesco Benazzi interviene al convegno intitolato “Sulla strada dell’innovazione in continua evoluzione” un momento dedicato alle professioni sanitarie, alle sfide e alle opportunità legate a questo mondo che si sta svolgendo questa mattina al BHR Hotel di Paese.

L’assunto è che una buona sanità è fatta dalla struttura, dalla tecnologia, ma soprattutto dalle risorse umane, un bene prezioso, e su questo bisogna puntare a cominciare dalle nuove assunzioni.

«Il prossimo anno entreranno i 200 con il concorso di Azienda zero per sostituire il turn over – afferma il direttore generale – Per fare case di comunità e le COT, gli infermieri di famiglia, tutto questo impone un implemento del numero degli infermieri, di almeno 60 risorse rispetto al numero attuale per la nostra Ulss, che saranno aumentati entro il 2026. Questo comporta anche una crescita dei costi e bisogna alzare il blocco delle assunzioni».

L’obiettivo che queste nuove risorse possano essere occupate anche per la telemedicina e per andare a domicilio occupandosi degli over 65, essere all’interno delle case di comunità, supportare i medici di famiglia.

Mancano anche i medici di famiglia: «Al momento abbiamo 60 aree scoperte su circa 500 – aggiunge Benazzi- Dobbiamo lavorare in sinergia con i comuni per trovare la possibilità di sburocratizzare il lavoro del medico e aver la possibilità di creare canali privilegiati per gli anziani e organizzare dei trasporti degli stessi verso gli studi di medicina generale, un canale privilegiato per essere visti in giornata dal medico».