Nuovo sviluppo nelle indagini sulla morte di Alex Marangon, il 25enne di Marcon deceduto durante un rito sciamanico nell’abbazia di Vidor la notte tra il 29 e il 30 giugno. Le prime analisi condotte dai Ris di Parma sulle macchie sospette trovate nell’auto della vittima hanno dato esito negativo: non si tratta di tracce ematiche.

Gli sviluppi delle indagini

La Procura di Treviso, che indaga per omicidio volontario, aveva disposto accertamenti tecnici irripetibili per verificare la natura delle tre macchie rinvenute nel veicolo del giovane. Il test di reattività generica ha escluso la presenza di sangue, indebolendo l’ipotesi che Alex potesse essere stato aggredito all’interno dell’auto. Questa conclusione sembra allinearsi con la versione fornita dagli altri partecipanti al rito, che avevano dichiarato di aver visto il giovane correre verso la terrazza panoramica sul Piave, in direzione opposta a dove era parcheggiata la sua vettura.

Il ruolo delle sostanze

Un elemento cruciale dell’inchiesta riguarda i test tossicologici. Secondo le prime indiscrezioni, nel sangue di Marangon sarebbero state rinvenute tracce di ayahuasca, una bevanda amazzonica dalle proprietà allucinogene, e di cocaina. Gli esiti definitivi di questi esami potrebbero fornire elementi determinanti per comprendere le circostanze del decesso.

I testimoni chiave irreperibili

Resta irrisolto il nodo dei due curanderos colombiani, Jhonni Benavides e Sebastian Castillo, considerati testimoni fondamentali in quanto ultimi a vedere Alex in vita. I due sciamani, ospiti d’onore del rito, non sono mai stati interrogati dagli inquirenti e mantengono il loro silenzio.

L’impegno della famiglia

I genitori di Alex, che da quattro mesi cercano la verità sulla morte del figlio, avevano richiesto gli approfondimenti sulle macchie trovate nell’auto. La famiglia, assistita dagli avvocati Stefano Tigani e Nicodemo Gentile, si è avvalsa anche della consulenza del criminologo Edoardo Genovese, presente durante gli accertamenti tecnici.

Le prossime fasi

Il pubblico ministero Giovanni Valmassoi, titolare del fascicolo, attende gli esiti completi della perizia nei prossimi giorni. Nonostante l’esclusione delle tracce ematiche, l’indagine prosegue per far luce sulle circostanze che hanno portato al ritrovamento del corpo del giovane nel Piave dopo tre giorni di ricerche.