Mercoledì 26 maggio, si è tenuto il congresso del mandamento di CNA Treviso che ha rinnovato i vertici dell’associazione artigiana. Tale articolazione territoriale dell’Associazione Artigiana rappresenta le imprese artigiane e le piccole e medie imprese ubicate nel capoluogo e nei Comuni della cintura urbana.
È stato eletto il nuovo direttivo che ha contestualmente scelto il presidente nella persona di Luciano Gobbo, titolare dello Studio Pointer di Mogliano Veneto, studio di fotografia e grafica. Gobbo ha preso il testimone da Tiziano Bianchin.
Il consiglio direttivo, di quindici membri per metà donne con un rappresentante dell’imprenditoria “straniera”, è stato quasi interamente rinnovato: sono stati riconfermati Ernesto Carpenedo, Pierluigi Mazzon, Lucia Zilio e Mario Favero; sono entrati per la prima volta: Lucia De Bortoli, Angelo Rodighiero, Francesca Toniatto, Mohamed Tanvir, Ilaria Pempinella, Giacomo Destro, Enrico De Bortoli, Angelina Ceron, Francesca Gallo, Adriano Fava e lo stesso Luciano Gobbo.
Il mandamento di CNA Treviso sarà dunque guidato da una persona di esperienza, sia imprenditoriale che associativa (in passato, Gobbo è stato consigliere di amministrazione del confidi Canova), e da un gruppo dirigente giovane e molto diversificato per età, genere, provenienza, cultura.
«Lavoreremo per far sì che le imprese vengano sempre più riconosciute come realtà dall’alto valore sociale, patrimonio della comunità, perché danno posti di lavoro, producono reddito, creano benessere. Senza impresa e investimenti non ci sono posti di lavoro, produzione e distribuzione di ricchezza: serve un’educazione all’imprenditorialità – afferma Luciano Gobbo, neo presidente di CNA Treviso -. Al riconoscimento sociale del ruolo dell’impresa, non ancora completo e diffuso, serve un corrispondente riconoscimento fiscale da parte dello Stato. Vanno ad esempio detassati gli utili di impresa reinvestiti in azienda perché sono risorse che servono a rafforzare l’impresa e a dare futuro a chi lavora. Queste misure vanno privilegiate alle diseducative elargizioni a fondo perduto che creano parassitismo e aumentano il debito pubblico con un grave danno per le future generazioni».