«I risultati di questa tornata elettorale, all’insegna di stabilità e continuità, mettono l’Italia e il Veneto nelle condizioni migliori per lavorare da subito a testa bassa al rilancio necessario, fondato su riconversione verde, digitalizzazione, infrastrutture e riforme strutturali in tema di fisco, giustizia, pubblica amministrazione, scuola, sanità, lavoro e assetto istituzionale dello Stato, a cominciare dall’autonomia».
Lo afferma Mattia Panazzolo, direttore di CNA territoriale di Treviso.
«La piccola-media impresa e l’artigianato stanno pagando un durissimo prezzo alla crisi economica innescata dalla pandemia di Covid-19: stiamo tenendo duro per cercare di rimanere sul mercato e garantire i posti di lavoro, ma è necessario che chi governa, a livello nazionale e regionale, metta in campo risposte celeri ai tanti problemi che da troppi anni bloccano la nostra economia e società – continua Panazzolo -. In questo momento ci sono le condizioni politiche più favorevoli per farlo al meglio: il Recovery Fund è l’attimo fuggente da cogliere per risolvere questioni irrisolte da decenni, consapevoli che fare debito è accettabile solo se produce incremento della produttività e crescita equa e sostenibile. Servono ora visione condivisa, unità di intenti e la capacità di mettere il bene del Paese e della nostra Regione al di sopra di ogni altra considerazione».
CNA ritiene che il mondo dell’impresa e del lavoro, con le loro rappresentanze, siano, ancor più in questa fase, attori imprescindibili per condividere le politiche di rilancio del Paese e del nostro territorio, saldamente collocati nella casa comune europea.
«Le sfide centrali del nostro tempo - conclude Panazzolo -, dal clima alla riconversione green delle produzioni, dall’accesso equo alle infrastrutture digitali alla sovranità digitale europea, dalla salute pubblica alla difesa dalle pandemie, si vincono solo in una dimensione sovranazionale: la sacrosanta autonomia dei territori deve perciò accompagnarsi alla capacità di pensare e lavorare in ottica un’ampia, consapevoli del destino comune dei popoli europei e della necessità di dare loro una casa comune sempre più funzionale, unita e solidale».