Dopo numerosi controlli, sfociati in contravvenzioni da parte del Nucleo Attività Produttive della Polizia locale, arrivano le prime chiusure definitive per gli esercizi di vicinato che espongono la merce all’esterno dei negozi senza autorizzazione. Un comportamento che contravviene all’articolo 38 del Regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana del Comune di Venezia che prevede, dopo la terza reiterazione (quarta sanzione) della violazione, la revoca della licenza e la chiusura definitiva dell’attività.
Le prime revoche, alle quali in queste ore ne seguiranno altre, riguardano alcuni negozi che commercializzano la cosiddetta “paccottiglia” e sono gestiti da cittadini stranieri. Il primo negozio raggiunto dalla severa misura si trova in Strada Nuova ed era già stato sanzionato ben 4 volte: il 10 gennaio e 17 aprile, il 26 agosto e il 12 dicembre 2023, ricevendo anche due ordini di sospensione temporanea dell’attività, rispettivamente di 3 e 15 giorni. Da parte della Polizia locale continuerà l’opera di informazione sulle conseguenze delle ripetute violazioni, così come continuerà l’accertamento delle irregolarità che si dovessero riscontrare durante le attività di controllo e verifica.
“Finalmente si cominciano a vedere in concreto le migliorie che l’entrata in vigore della delibera antipaccottiglia (DC 26 del 26/02/22) ha portato – ha commentato l’assessore al Commercio, Sebastiano Costalonga – Ora queste attività che chiuderanno, non potranno più aprire nelle aree vincolate di Venezia, a favore invece di nuovi negozi di alta gamma e di artigianato locale, classificati da specifici codici ATECO. Questo porterà a migliorare notevolmente la qualità offerta dalla città e il turista che volesse comprare un ricordo del suo passaggio a Venezia, potrà disporre di una offerta maggiore di prodotti di artigianato locale, che ricordo essere unici in fatto di qualità e lavorazione. Ringrazio la Polizia locale e gli uffici del commercio, che continuano a monitorare il rispetto dei regolamenti e ricordo che l’Amministrazione ha già ampiamente provveduto ad informare ed istruire gli esercenti, anche tramite l’aiuto delle Associazioni di Categoria, sulla condotta da adottare, quindi è giusto che ora chi ha preferito fare concorrenza sleale, subisca le conseguenze delle sue scelte di comportamento errate.”