A Grado il primo albergo diffuso nei casoni della laguna

NotiziePlus_Travel_DueCuorieUnCasone2

Il check in è il solito check in. Da dietro la reception la solita signorina sorride, compila il solito carteggio, consegna le solite chiavi e vi augura buona vacanza.

Ma qui viene il bello. Anzi il robusto, un forzuto e abbronzato signore raduna le vostre valigie e vi invita a seguirlo. Ma niente corridoio, niente scale, niente ascensore. Una breve fresca passeggiata fino al porto. Ed eccolo lì, il vostro ascensore, sempre lui, il forzuto, che vi porge la mano e vi aiuta ad accomodarvi in una piccola barchetta.

E ora? E ora si va. Stanza 409. Che qui diventa Valle Ghebo, riva sinistra, primo casone a destra.

L’ALBERGO DIFFUSO, UN’ESPERIENZA AUTENTICA CHE AIUTA A PRESERVARE L’UNICITÀ  DI UN TERRITORIO

L’albergo diffuso – presente in tutta Italia e con molti esempi proprio qui in Friuli, soprattutto nell’Alta Carnia – è una formula di ospitalità realizzata attraverso il recupero delle abitazioni del luogo (pensate ai vecchi borghi, ad esempio, sempre più abbandonati e destinati così alla rovina) –  con lo scopo di preservarne e valorizzarne tutta l’unicità e di offrire un’ esperienza di vita tra i ritmi più autentici di questa natura.NotiziePlus_Travel_DueCuorieUnCasone4

Qui la particolarità è che è stato scelto di “salvare” i casoni,  le piccole case dei pescatori,  dove trovavano riparo quelli che un tempo facevano la spola fra Grado e Marano.

Costruzioni umili, realizzate interamente con materiali reperibili in laguna (legno, fango, canna palustre) dove si sostava, si mangiava, si lavava e cucinava il pescato, in prevalenza di cefali e branzini.

NEL CASONE, TRA LE ATMOSFERE INCANTEVOLI DELLA LAGUNA

Così oggi qui si può scegliere di alloggiare tra una decina di casoni (per un totale di 90 posti letto) restaurati per garantirne il miglior comfort  – angoli cottura dotati di ogni funzionalità, aria condizionata, tv e collegamento internet – ma senza alterarne lo stile più tipico: stanze dove si respirano le suggestioni delle tradizioni di questi posti, del mare e delle sue genti. Da Valle Tirelli a Valle Ghebo Vacche, dall’isola di Anfora all’Isola Ravaiarina alla Valle del Moro.

NotiziePlus_Travel_DueCuorieUnCasone3Con l’ opportunità se si desidera di fruire di una barca per esplorare la laguna, le Riserva della Valle Cavanata oppure la Riserva Naturale della foce dell’Isonzo, un’area di quasi 16.000 ettari, dove potete proseguire con escursioni a piedi o in bici, chiedere info al centro visite, partecipare ai laboratori didattici o sostare nei tanti osservatori ad attendere gli uccelli migratori (info e iniziative su www.isoladellacona.it)

Con la barca potete raggiungere anche il ristorante “Ai Ciodi “sull’isola di Anfora e il Ravaiarina” sull’omonima isoletta e continuare a provare questa sensazione di autenticità  assaggiando la cucina di qui.

Perchè c’è tutta la freschezza del mare che ancora una volta ritorna: il pesce azzurro, l’ anguilla, le sarde. Il tipico  Boreto a la Graisana, un piatto di pesce misto insaporito in un intingolo a base di aglio e pepe nero. Per finire il santonego, una speciale qualità di assenzio marino, molto aromatico e con proprietà digestive.

Un tavolino all’aperto, il mare davanti agli occhi, una brezza leggera sul viso. Cosa volere di più?

Costi: costo media per l’opzione Isola Anfora (6 stanze) è di 70 € a persona/notte; il costo medio per un’opzione come la Valle del Moro (max 8 persone) per due notti si aggira sui 400/500€.

www.lagunadoro.it

 

CREDIT FOTO Lagunadoro – ® Gianluca Baronchelli Ph