Filippo Turetta - dal web
Filippo Turetta - dal web

Il tanto atteso verdetto è arrivato come da programma oggi pomeriggio: “Ergastolo per Filippo Turetta”. L’omicida reo confesso dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin ha ascoltato in silenzio al verdetto letto da Stefano Manduzio, presidente della Corte d’assise di Venezia. La riunione in camera di consiglio è durata oltre sei ore. Presenti in aula, alla lettura della sentenza, il papà Gino Cecchettin, gli zii Andrea Camerotto e Alessio Cecchettin, la nonna Carla Gatto. Escluse le aggravanti della crudeltà e atti persecutori. La Corte ha ritenuto prevalente, invece, la presenza delle circostanze aggravanti individuate dal pubblico ministero Andrea Petroni che riguardano la premeditazione e il rapporto affettivo.

Questo il commento di Gino Cecchettin: “Abbiamo perso tutti come società, Giulia non ce la ridaranno mai. La violenza di genere non si combatte con le pene ma con l’educazione. Come cittadino mi sento sconfitto, come papà non mi cambia nulla. La corte ha emesso una sentenza, avevo detto che l’avrei rispettata e lo faccio. Si continua la battaglia contro la violenza, le dedicherò la Fondazione cercando di salvare altre vite. Non siamo qui per onorare la memoria di Giulia, siamo qui per un percorso legale. Non mi aspetto scuse, il mio obiettivo è un altro. Aiutiamoci, c’è tanto da fare. Giustizia è stata fatta secondo le leggi vigenti”.

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