Comincia a muoversi qualcosa sul fronte del passaggio delle Grandi navi a Venezia. “La sentenza del Tar del Veneto – si legge in un comunicato congiunto diffuso dal Comune e dall’Autorità portuale – che ha accolto, in primo grado, i ricorsi promossi da Comune di Venezia e Associazione Ambiente Venezia contro il Contorta S. Angelo ne rallenta il procedimento di realizzazione, ma spiana la strada alla proposta per il Canale Tresse Est – Vittorio Emanuele”.
Lo scavo, quindi, sarebbe oggi l’unica soluzione percorribile per applicare il decreto Clini-Passera, perché nella stessa direzione vanno anche i risultati delle due Conferenze dei servizi convocate dall’Autorità portuale che hanno riscontrato l’impraticabilità delle soluzioni proposte alla bocca di Porto di Lido e a Marghera.
“Va comunque evidenziato – sottolineano i due enti – il rischio che la sentenza del Tar mantenga o prolunghi, più di quanto necessario, il passaggio delle grandi navi crociera davanti a San Marco. Il pasticcio nasce dal fatto che il dispositivo, fondato su motivi giuridici discutibili che saranno certamente oggetto di appello, snobba totalmente le indicazioni politico-amministrative che il Comitatone aveva chiaramente dato lo scorso 8 agosto 2014 così come tutte le attività di approfondimento analitico comparativo condotte dall’Autorità portuale in oltre tre anni di attività. Una situazione ch,e avendo poco a che vedere con il comune senso logico e giuridico, sarà certamente di difficile spiegazione e comprensione per i partner e gli operatori internazionali dell’industria crocieristica”.
Non si risparmia un attacco al commissario straordinario Vittorio Zappalorto, che nell’ultimo anno ha guidato Venezia e che avrebbe la colpa di aver mantenuto attivo il ricorso dal Tar “anche se in totale disallineamento con quanto aveva lui stesso contribuito a decidere nel corso del Comitatone”.
Ogni iniziativa, ora, sarà attuata con urgenza con l’obiettivo – condiviso da Comune e Autorità – “di salvaguardare l’industria crocieristica e portuale veneziane e nazionali. Una soluzione che Venezia attende da troppo tempo e che resta fondamentale per la salvaguardia del suo futuro economico e sociale e del suo stesso patrimonio culturale”.