“Era meglio se non me li ricordavano i 25 anni della maglia gialla, visti gli anni già trascorsi”. Allegro, scanzonato e disponibile come sempre, Flavio Vanzella deve ancora riprendersi dalla festa fatta domenica pomeriggio nella sua Cantina e azienda vitivinicola Vanzella.
Una festa a sorpresa per ricordare i 25 dalla conquista della maglia gialla del forte cronoman di Susegana. La festa l’ha organizzata Piero Chiesurin, presidente de I Fortissimi, la squadra amatoriale sponsorizzata anche dalla Cantina Vanzella Vini. 25 anni e una maglia che è ancora un ricordo vivo tra i tifosi e gli appassionati di ciclismo. Anche perché Flavio Vanzella è uno dei migliori corridori che il ciclismo trevigiano abbia sfornato. Dilettgante scoperto dal mitico diesse Remigio Zanatta, campione del mondo nella Cento Chilometri a Villach nel 1987, quando l’Italia dominava nelle prove contro il tempo. Un corazziere alto quasi un metro e novanta così come li voleva il commissario tecnico di allora, Eddy Gregori, che portò qualche anno prima alla vittoria della medaglia alle Olimpiadi il quartetto tricolore. 25 anni di maglia gialla e di Tour de France. Tra i pochi trevigiani e soprattutto tra i pochi italiani ad averla indossata con onore. Nella mente riaffiorano i ricordi che ci portano lotta i nel tempo, quando prima Vito Favero ma ancora prima l’eterno Ottavio Bottecchia, indossarono le insegne del primato della corsa francese. “Non me li ricordavo i 25 anni dalla maglia gialla. Anche perché sono entrato a pieno regime nel periodo della vendemmia e il ciclismo rimane un ricordo in questo periodo. Insomma domenica pioveva a dirotto. Avevamo programmato la solita uscita domenicale. Con una scusa i ragazzi del gruppo de I Fortissimi mi hanno fatto rimanere in cantina ed è iniziata la festa. Praticamente ricordo quando siamo entrati e non quando siamo usciti. E poi la tradizione che avevo anche quando ero corridore di invitare gli amici in cantina rimane”. Cosa ricordi, Flavio Vanzella di quei due giorni in maglia gialla al Tour de France : “Era il 1994. Un caldo infernale. Si iniziò con la cronosquadre. Si correva a Calais. Una cronosquadre difficile ma riuscimmo a vincere. Ero in maglia MG GB, la squadra di patron Danilo Furlan. Il giorno dopo ci fu il trasferimento in Inghilterra. Per la prima volta il Tour de France partita dall’Inghilterra e venne i augurato per l’occasione lo stretto sotto la Manica. E nella tappa di Brigton vinse Cabello. Io arrivai terzo anche se quella tappa la potevo vincere. Ma forai. Comunque quel piazzamento mi permise di vestire la maglia gialla per due giorni”. Un ricordo affettuoso arriva anche da Davide Cassani, commissario tecnico dei professionisti e coordinatore delle nazionali che correva da gregario in quell’occasione al fianco di Flavio Vanzella : “Ricordo che in quella cronometro tirai come un forsennato io che non ero uno specialista contro il tempo come invece Vanzella. Perisno due belgi nella nostra squadra si staccarono. Una squadra veramente di altissimo livello. La ricordo ancora : Vanzella, Cassani, Sorensen, Mussew, Bomans, Jermann, Peters, Sciandri, Vona”. A fare l’andatura in ammiraglia c’era Giancarlo ferretti assieme a Serge Parsani. Un ciclismo di campioni che forse resterà solo un antico ricordo.