In una chiesa gremita a Miane, oltre 600 persone si sono riunite per dare l’ultimo saluto a Susanna Recchia, 45 anni, e alla sua piccola figlia Mia De Osti, di soli 3 anni. La cerimonia è stata caratterizzata da momenti di profonda emozione, con le note di una famosa canzone di Bob Dylan che riecheggiavano nell’aria, sottolineando l’impossibilità di trovare risposte certe di fronte a una tragedia così incomprensibile.

Le due bare bianche, adornate di fiori e peluche, hanno commosso i presenti. Tra la folla, si potevano notare i familiari stretti nel dolore: l’ex compagno di Susanna, Mirko, l’ex marito Alessandro, i genitori della donna e numerosi amici. Particolarmente toccante la presenza di molti giovani, alcuni dei quali indossavano le divise della squadra di calcio locale, a testimonianza del forte impatto che questa perdita ha avuto sulla comunità.

Il parroco, don Maurizio Dassie, ha tenuto un’omelia toccante, evitando giudizi e condanne. Ha invitato i presenti a riflettere sulla fragilità umana e sull’importanza di affrontare la vita con compassione e comprensione. Le sue parole hanno sottolineato come eventi apparentemente incomprensibili facciano parte dell’esistenza e come sia fondamentale non vergognarsi della propria umanità.

Il discorso si è concluso con un appello ai giovani, incoraggiandoli ad amare la vita con passione e a perdonare gli adulti per le loro paure e imperfezioni. Don Maurizio ha enfatizzato l’importanza della sincerità e della trasparenza nelle relazioni tra generazioni.

La cerimonia si è conclusa con un gesto simbolico: il rilascio di palloncini bianchi, mentre i feretri venivano portati fuori dalla chiesa tra gli applausi della comunità. Questo momento ha rappresentato un ultimo, commovente saluto a Susanna e Mia, unendo tutti i presenti in un abbraccio collettivo di cordoglio e solidarietà.