Nella mattinata di mercoledì 27 dicembre, venivano segnalate alla Sala operativa della Polizia locale delle tracce di natura ematica lungo il marciapiede adiacente via Piave e pertanto veniva inviato un equipaggio del Nucleo pronto impiego.
Gli operatori giunti sul posto verificavano che le tracce di sangue oltre che sul marciapiede proseguivano all’interno di un garage privato interrato. Gli agenti, ripercorrendo a ritroso il percorso delle tracce risalivano fino al negozio di parrucchiere sito in via Carducci che nella notte precedente era stato oggetto di un furto con effrazione, azione questa che veniva estrapolata da un dispositivo di videosorveglianza. in questo modo, dalla disamina dei filmati, gli agenti di polizia riuscivano ad individuare i tatti somatici dell’uomo e questo consentiva di individuare il presunto autore del fatto.
Quest’ultimo, inoltre, nella serata del 27 dicembre si era presentato all’ospedale di Mestre per chiedere assistenza medica a seguito di ferite ad una gamba causate dal contatto con materiale in vetro. Questo dettaglio consentiva quindi agli operatori la sua compiuta identificazione.
“Un puntuale e scrupoloso lavoro di indagine ha portato all’identificazione del presunto responsabile del furto – ha commentato l’assessore alla Sicurezza, Elisabetta Pesce – Un ruolo importante nelle indagini lo riveste anche il nostro sistema di controllo attraverso le telecamere di videosorveglianza che vede nella nostra Control Room un’eccellenza nel contrasto alla criminalità grazie ad un continuo sviluppo che vede l’innesto di nuovi occhi elettronici sia in terraferma che nella città storica. La costante attività della nostra Polizia locale è sotto gli occhi di tutti, così come l’impegno che ci vede monitorare il territorio grazie al continuo impiego di uomini e mezzi, un impegno che ci ha visto anche recentemente implementare il parco mezzi della Polizia locale ed aumentare il numero di uomini impiegati nel presidio del territorio. A questo si deve aggiungere l’attività di prevenzione che sviluppiamo attraverso numerosi controlli anche con il progetto Oculus che ci consente di mettere in sicurezza zone che potrebbero diventare ricettacolo di sbandati”.