L’8 novembre scorso, Davide Severin ha vissuto un’esperienza traumatica che racconta con una miscela di rabbia e incredulità. Rientrato a casa in via Berto Rossato, ha scoperto i segni di un’effrazione: una finestra forzata e ladri ancora all’interno dell’abitazione.
L’irruzione e il confronto
I malviventi, tre uomini a volto scoperto, avevano utilizzato un piede di porco per entrare. Davide, sentendo rumori al piano superiore, è uscito con un bastone, deciso a difendere la propria casa. «Uno dei ladri era tranquillo, come se fosse a casa propria», racconta ai colleghi del Gazzettino, descrivendo la sfacciataggine dei malintenzionati.
Un momento di tensione
Il confronto è stato drammatico. Davide li ha minacciati, pronto a colpire, ma un ladro lo ha bloccato puntandogli una torcia in faccia. In quell’istante, paralizzato dal timore, ha rinunciato all’azione. I malviventi hanno approfittato dell’esitazione per fuggire con calma, salendo su un’auto dai finestrini oscurati.
Il bottino e il trauma
I ladri hanno rubato 200 euro in contanti, regalo di compleanno, e un piccolo anello d’oro appartenuto alla madre di Davide. Il giovane, scosso dall’accaduto, ha passato la notte successiva sul divano, con un martello come unica difesa.
Un problema diffuso
La storia di Davide non è isolata. Nel suo quartiere i furti sono frequenti, con episodi che avvengono in pieno giorno, persino alle 9 del mattino o alle 7 di sera, sfidando ogni logica di sicurezza.
Riflessioni amare
«Cosa vuoi farci? Ormai va così», commenta Davide, rivelando la rassegnazione di chi si sente indifeso di fronte a un’ondata di criminalità che sembra dilagare indisturbata.
L’articolo mette in luce non solo un episodio di furto, ma un disagio sociale sempre più diffuso, dove la sicurezza dei cittadini sembra essere messa costantemente a rischio.