Dopo Ilaria, la tamburista gialloblu dell’Imoco, su Notizie Plus di febbraio debutta anche la prima “allenatrice in curva” della De’ Longhi Treviso Basket: Martina, una giovane calciatrice che è rimasta però fulminata dall’atmosfera del Palaverde, ed è oggi protagonista femminile tra le “Fie dea Sud”![s2If !current_user_can(access_s2member_level1)] …READ MORE[/s2If][s2If current_user_can(access_s2member_level1)]

martina3Nome e cognome: Martina Fregonas

Professione: impiegata commerciale

Soprannome da tifosa: Marty

 

1.Come vive una donna uno sport “mascolino” come il basket?

Inizialmente non ero molto attratta dal basket, sono cresciuta con il calcio (con un passato da arbitro di calcio e oggi giocatrice di calcio a 5) ma quando conosci belle persone che ti trasmettono la loro passione e ti fanno capire che il basket non è solo quello dei 40 minuti in campo allora non puoi non appassionarti, e soprattutto non puoi più farne a meno. E poi ben venga per una donna avvicinarsi a uno sport “mascolino”, anche l’occhio vuole la sua parte…

2.Qual è la tua storia da tifosa del basket in generale e della De’ Longhi più di recente?

La mia prima partita fu una decina di anni fa Benetton-Barcellona e fu mio fratello Mattia che mi convinse ad andare, in quanto io seguivo solamente la nazionale di basket e mi piaceva molto Basile, che allora giocava proprio con la squadra spagnola! Rimasi subito attratta dal clima che si viveva nel palazzetto, sconosciuto a me, abituata agli stadi di calcio. La prima cosa che mi colpì fu l’ansia che ti mette una partita, la vicinanza che hai con il campo e quanto conti la spinta del pubblico. Dopo un’altra partita vista in tribuna, andai in curva e la settimana successiva a questa mia prima partita nella sud c’era la trasferta a Bologna contro la Fortitudo. Io non conoscevo nulla, tantomeno la rivalità storica tra noi trevigiani e i bolognesi. Mio fratello insistette per andare e durante il viaggio della trasferta ho conosciuto tutti i ragazzi che facevano parte del gruppo della curva sud, i Rebels. Eravamo tutti coetanei e andare d’accordo non fu per niente difficile. Da lì l’amicizia con i ragazzi e la passione che cresceva sempre di più verso questo nuovo mondo hanno fatto sì che non mi allontanai più dalla curva sud. Da dieci anni sono sempre presente: prima gli ultimi anni di Benetton, poi gli anni della Promozione giocata alle piscine… Fino ad oggi.

3. Qual è il tuo giocatore preferito, oggi?

Premesso che tutt’ora non sono un’intenditrice di basket, con i giocatori vado molto a simpatia. Oggi abbiamo dei grandi giocatori a cui sono molto affezionata, da Rinaldi a Fantinelli, da Negri a Moretti ma il mio “preferito” è Saccagi che conosco da anni in quanto giocava con le giovanili della BENETTON.

martina4. E il tuo cestista preferito di sempre?

Per quanto riguarda i passati per Treviso io ho bei ricordi di Bobby Dixon, CJ Wallace, Greg Brunner che magari non sono stati i giocatori più forti ma sicuramente avevano un carisma, una simpatia e una carica come pochi.

5.Come vedi la crescita della squadra di Pillastrini? Può puntare seriamente alla promozione quest’anno?

Rispondo a queste domande il giorno dopo aver perso malamente a Bologna: se dovessi basarmi sulla prestazione di ieri non avrei molte belle parole da spendere. Ma i nostri sapranno sicuramente sollevarsi da questa caduta e anche grazie a noi, faremo in modo che sia solamente un brutto incidente di percorso. La nostra squadra non la cambierei con nessun’altra e, magari non saliremo di categoria nemmeno quest’anno, ma quello che voglio è che i ragazzi continuino a lottare come hanno sempre fatto, perché in campo scendiamo sempre in 6.

 6. C’è qualche suggerimento spassionato che daresti alla società e/o al coach?

Come detto prima non sono assolutamente esperta di basket e non mi sento di dare alcun consiglio in campo tecnico. Posso solo dire che a livello umano società, coach e squadra sono fantastici ed è anche grazie alla presenza di persone umili, con i piedi ben piantati a terra, che stiamo facendo grandi cose. E, ne sono certa, continueremo a farle.

7. Cosa vuoi dire alle donne incuriosite dal basket, che potrebbero avvicinarsi alla De’ Longhi e ai Fioi (anzi, alle Fie) ?

Devo dire che il pubblico femminile non è mai mancato, sicuramente in minor numero rispetto a quello maschile, ma mi auguro che aumenti sempre di più. Ci sono molti motivi per cui una ragazza potrebbe avvicinarsi a questo mondo e non occorre capire le regole del basket; quando ho iniziato io non sapevo nemmeno quanti fossero i tempi da giocare. Il nostro settore dà spazio a tutti e, devo ammettere, i miei compagni di curva sono sempre contenti nel vedere e conoscere nuove donne…. E chissà, magari anche per le ragazze potrebbero nascere nuove conoscenze piacevoli…![/s2If]