L’infezione da listeria (o listeriosi) è causata da un piccolo batterio che si propaga nell’intestino dopo avere mangiato cibo contaminato, soprattutto attraverso carne cruda, fresca o insaccata, ma anche latte e derivati.

Tale batterio è presente in una grande varietà di mammiferi, uccelli, pesci e crostacei. Inoltre, la listeria di fatto è presente nell’ambiente: quando una sua consistente quantità invade l’organismo, localizzandosi all’interno delle cellule e nei globuli bianchi, tende poi a diffondersi attraverso il sangue.

Listeria: sintomi e diagnosi

Nei casi più lievi il disturbo si manifesta come un’infezione intestinale, con nausea, vomito, febbre, dolori muscolari, diarrea, mentre in quelli più gravi può provocare setticemia, meningite, meningo-encefalite.

Inoltre, è particolarmente pericolosa in gravidanza: quando la malattia si trasmette al feto, infatti, può provocare seri danni al nascituro. La diagnosi consiste in una ricerca mirata tramite una coltura del batterio prelevato dal sangue.

Cura e prevenzione

Gli antibiotici attivi sono i farmaci di prima scelta. Tuttavia, prima della prescrizione, è necessario eseguire una diagnosi microbiologica per capire qual è quello più adatto.

Di contro, la prevenzione parte da una meticolosa valutazione del veterinario nei confronti dell’animale. Tuttavia, è buona norma:

  • evitare il più possibile di mangiare carne cruda;
  • separare gli alimenti cotti da quelli crudi, conservandoli in appositi contenitori chiusi in frigorifero;
  • lavare spesso le mani e gli utensili quando vengono utilizzati per preparare cibi crudi.