“C’è ben poco nella pratica sanitaria che non sia intrisa di aspetti narrativi, perché la vita di corsia è indelebilmente marchiata dal raccontare, ricevere e creare storie”.

Con queste parole il medico statunitense Rita Charon apre le porte, nei setting clinici, all’uso della narrazione quale strumento di comprensione e riflessione, oltre che di acquisizione della pluralità prospettica all’interno di un evento-malattia. 

Questo è il modello concettuale che fa da sfondo al progetto di Medicina Narrativa che ha preso il via ieri, nell’Unità operativa di Oncologia di Treviso, diretta dal dr Adolfo Favaretto, nell’ottica di implementare l’umanizzazione delle cure partendo, in fase sperimentale, da uno dei reparti più delicati sotto l’aspetto della relazione medico-paziente. Il dott. Alberto Coppe, direttore delle Professioni Sanitarie, accompagnato da Marco Simeoni, dirigente della sua équipe, e la coordinatrice infermieristica Elena Venturin hanno voluto essere presenti a questo primo incontro per augurare al gruppo un buon lavoro.

Le assistite e gli assistiti d’ora in avanti verranno coinvolti in Laboratori di scrittura narrativa, che rappresenta una risorsa importante per comprendere e indirizzare al meglio la pratica assistenziale. Si parte con un piccolo gruppo formato da tre pazienti, Giuliana, Giuseppina e Petra, per “prendere le misure” e poi coinvolgere le altre persone afferenti al reparto di Oncologia e, in seguito, anche agli altri reparti. Per loro , i ragazzi del Centro Diurno “La Cascina” di Paese hanno confezionato i quaderni di scrittura che raccoglierà pensieri, emozioni e aspettative. 

 

 

Attraverso la narrazione, infatti, le persone si potranno raccontare, mettendo in luce gli aspetti più significativi del proprio percorso di salute e di malattia, e attivare quel meccanismo di rielaborazione essenziale per comprendere la propria storia di vita. La narrazione nel contesto oncologico è stata scelta per aiutare le persone a disvelare un’esperienza legata al sé, non sempre immediatamente accessibile alla conoscenza consapevole.

A guidare le sessioni narrative ci saranno la dott.ssa Lara Martinelli, infermiera dell’Oncologia, con un solido background anche di insegnamento nelle discipline letterarie, e la dott.ssa Silvia Sturniolo, formatrice ai Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie di Treviso. 

“Guidare gli assistiti alla scrittura mira alla co-costruzione e alla realizzazione di un percorso di cura individualizzato e condiviso tra l’operatore sanitario e la persona che affronta una situazione di malattia, tra corpo curante e corpo curato – spiega il direttore generale, Francesco Benazzi -. Diversi interventi assistenziali basati sulla narrazione hanno già dimostrato un miglioramento effettivo della qualità di vita delle persone coinvolte. Mi complimento con i miei collaboratori per aver realizzato questo progetto che testimonia la sensibilità della nostra Azienda nel contribuire a una sanità sempre più attenta alla dimensione umana, a considerare la persona nella sua interezza, e non solo quale portatrice di un bisogno sanitario”.