Molti pensano sia solo una fabbrica di scarpe, eleganti, costose, di classe, ma pochi si soffermano su quanto ci sta dietro. Tradizioni, lavoro artigianale complesso e che non si improvvisa, un brand che in Italia sembra essere sottovalutato mentre all’estero e nel campo delle grandi firme è da decenni il “must” per eccellenza. Stiamo parlando
delle calzature della Riviera e del Veneto più in generale.
ACRIB_Logo <<È un settore di oltre un miliardo di fatturato annuo, eppure non è mai stato considerato strategico per la Regione Veneto con la quale fonda un binomio imprescindibile – sono le laconiche dichiarazioni dell’Acrib, l’Associazione Calzaturieri della Riviera del Brenta –. Stiamo parlando di
un settore che è, invece, una delle più grandi eccellenze del nostro territorio. Non siamo “relegati” a una sola zona
dove si crea il prodotto finito, ma attingiamo a tutta la grande qualità veneta, dalle pelli alle fibbie e siamo ricercati
dalle più grandi firme mondiali della moda>>. È, insomma, ora di accendere un riflettore su di loro e richiamare
l’attenzione della classe politica e imprenditoriale verso questi piccoli e medi imprenditori che vogliono e
meritano la ribalta internazionale. Sono portatori nel mondo del “Made in Italy” al 100% eppure vorrebbero solo competere con condizioni di lavoro uguali per tutti e non che cambino da regione a regione; vogliono che ci siano
regole uguali per tutti. Per questo importante anche l’accordo con Confindustria Venezia di maggio che ha deliberato la fusione con l’ACRIB, garantendo il mantenimento della rappresentanza settoriale e del distretto, oltre ad un presidio territoriale dedicato. <<Il percorso di fusione tra Confindustria Venezia ed Acrib – commenta Siro Badon, Presidente Acrib – è un importante segnale verso il nuovo modo di rappresentare le aziende e dare loro servizi. Noi come Acrib condividiamo pienamente quanto avviato da Matteo Zoppas e da Confindustria Venezia con la quale ci sentiamo in piena sintonia. Siamo certi che da tutto ciò le aziende calzaturiere della Riviera del Brenta potranno trarre ulteriori supporti per la loro attività e presenza sui mercati mondiali>>. Su questo interviene il Sindaco di Fiesso d’Artico, uno dei cuori pulsanti del settore, Andrea Martellato che approva la manovra ma ci tiene a precisare come i tempi non debbano essere troppo lunghi. <<Dobbiamo smetterla di pensare che il “grande è bello” i calzaturieri del Brenta rappresentano il piccolo che si distingue, portano avanti una tradizione secolare che si tramanda da padre in figlio e noi abbiamo il dovere di difendere e tutelare questi piccoli e medi artigiani e io, come piccolo imprenditore, mi impegno non solo a tutelare la loro categoria, ma a fare in modo che la Regione Veneto faccia sua la battaglia per promuovere la categoria e la loro promozione nel Mondo>>. In mezzo anche la lotta ai laboratori abusivi, spesso cinesi, che rovinano l’immagine di un prodotto di qualità, ma come fermarli? <<Non c’è  una risposta facile perché questa gente lavora nelle pieghe della nostra legge; intestano i laboratori a persone presenti solo provvisoriamente e in caso di scoperta questi ultimi vengono rimandati a casa e riaprono altrove. Il primo passo deve arrivare proprio dai calzaturieri che devono pretendere che questi “laboratori” rispondano agli stessi criteri che le grandi firme pretendono da Acrib, ossia un report mensile dal materiale al prodotto finito. Anche le FFOO, la guardia di finanza, i carabinieri, le Ulss e gli uffici del lavoro devono fare la loro parte creando un “interforze” per poter intervenire e, mettendo insieme le loro singole competenze, arrivare presto alla chiusura o ad arrestare il colpevole>>. Martellato attacca anche la politica assente. <<Paradossale disporre di fondi di soli € 100.000 per l’internazionalizzazione.
Forse gli amministratori pensano che le aziende sappiano come autopromuoversi, ma un conto è il marchio un altro è la scarpa e tutto può essere rilanciato solo più in alto dell’ACRIB che può salvaguardare i suoi iscritti ma per attivare a una promozione più alta e più attenta al prodotto ci vuole l’intervento della Regione e dello Stato promuovendo la scarpa del Veneto come un’eccellenza mondiale simbolo della regione>>. Il calzaturiero è stato anche uno dei pochi settori che hanno fatto fronte alla crisi. La politica  fa fatica a guardare dove non ci sono problemi e invece dovremmo guardare avanti e fare progetti anche con le associazioni di categoria tenendo d’occhio il medio-lungo termine e camminare invece di correre per le emergenze. Certo nella lotta all’abusivismo va sempre mantenuta alta la concentrazione e noi, come Unione dei Comuni, abbiamo creato anche un’app per promuovere non la scarpa ma il territorio. Così dovrebbe fare la Regione guardando a progetti futuri che spero abbia già in cantiere e se non li ha deve farlo il prima possibile. Come tutti i cicli anche il calzaturiero, purtroppo, avrà fine e dobbiamo prevenire prima che curare. Da poco, proprio come Unione dei Comuni, abbiamo chiuso una convenzione con Ca’ Foscari per la promozione turistica del territorio ma senza la Regione non ci sarà alcuna spinta per arrivare ai bandi europei per la promozione di una delle zone più belle del Veneto legato alla scarpa>>.

Gian Nicola Pittalis