Campi agricoli coltivati a fatica
Campi agricoli coltivati a fatica

La situazione nelle campagne veneziane è difficile. Il mese di maggio sta confermando le bizzarrie del meteo, mettendo in seria difficoltà gli agricoltori. In particolare i cerealicoltori manifestano la loro preoccupazione.
“Nel portogruarese, si salvano solo i terreni più vicini al mare, in cui la componente sabbiosa del terreno consente un maggiore drenaggio dell’acqua – spiega Andrea Pegoraro presidente di Coldiretti Portogruaro – le eccessive piogge di queste settimane infatti, non consentono di accedere ai terreni per le lavorazioni previste in questo periodo. Il mais ad esempio è stato seminato per un 50%. Non riusciamo a preparare la terra in vista delle semine della soia, mentre il frumento è fiorito sotto la pioggia. Speriamo che vi sia presto una ripresa dell’alta pressione.”

“Nel cavarzerano la situazione è meno preoccupante”– afferma Marco Liviero presidente di Coldiretti Cavarzere, zona come il portogruarese vocata alla cerealicoltura – ma confermo che le semine si sono svolte con un mese di ritardo, con particolari ripercussioni per le bietole, sempre a causa dell’impraticabilità dei terreni e non ultimo a fenomeni di asfissia .”

Uno stato generale che colpisce tutti i settori agricoli andando ad aggravare la situazione economica delle imprese agricole.

A tal riguardo Coldiretti Venezia segnala la difficoltà degli apicoltori. Le continue piogge hanno compromesso la fioritura di acacia, con conseguente danno sulla varietà di miele più richiesta dai consumatori “da un alveare si ottiene una produzione di miele di acacia che oscilla dai 30 ai 40kg , quest’anno a fatica ne abbiamo ottenuti 8 kg.” Afferma preoccupato Emanuele Marchesan apicoltore professionista di Caorle.

“E’ innegabile che il meteo abbia sempre condizionato il lavoro agricolo – commenta Tiziana Favaretto presidente di Coldiretti Venezia- ma ora il clima si sta tropicalizzando, mettendo alla prova tutti i comparti agricoli, alternando eventi estremi tra nubifragi, grandinate e tempeste di vento a periodi di siccità.”

Questo inizio 2024 intanto si è presentato come l’anno più caldo di sempre, con una temperatura di 2,04 gradi superiore alla media storica, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr, cui ha fatto seguito un aprile dove la colonnina di mercurio è crollata a livelli invernali.