Dopo le piogge dei giorni scorsi, con problemi di allagamenti che avevano già coinvolto vaste aree del veneziano, questa mattina sono centinaia gli ettari di terreni agricoli finiti sott’acqua lungo tutta la provincia. Ad avere la peggio sono le coltivazioni estensive come il frumento le cui piante sono state allettate dal vento forte e dalla pioggia battente, mentre per gli agricoltori che erano riusciti a piantare il mais, ora rischiano di perderlo per l’asfissia del terreno in quanto completamente sommerso dall’acqua. Completamente inaccessibili i terreni per la semina della soia. “I soci cerealicoltori si trovano davvero in una situazione difficile – commenta Fabio Livieri segretario di zona Coldiretti di Mirano – chi non è riuscito a seminare finora, difficilmente riuscirà a farlo a breve, considerate le condizioni di allagamento dei terreni, mentre le aziende che hanno seminato rischiano di perdere tutto.” Preoccupazione anche per i canali al limite di esondazione nel miranese dove il Consorzio di Bonifica ha già messo in opera delle pompe per far defluire l’acqua dai canali consortili interni al Naviglio del Brenta. “ Questi fenomeni climatici violenti e fuori stagione – afferma Tiziana Favaretto presidente di Coldiretti Venezia- ci mettono a dura prova, perché sono ormai numerosi e imprevedibili.”
Problemi anche per tutte le altre coltivazioni, dalle zucche ai meloni, agli ortaggi in pieno campo, ma anche per le viti nel sandonatese e nel portogruarese in particolare a San Michele al Tagliamento dove in poche ore nella mattinata, sono caduti 110 millimetri di pioggia “solo nei prossimi giorni, liberati i campi, sarà possibile valutare le conseguenze di questi nubifragi – commenta Marica Mazzaro segretaria di zona Coldiretti Portogruaro- con i ristagni diffusi sui terreni si rischia che le piante si ammalino.”
L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno superato nel 2023 a livello nazionale, i 6 miliardi di euro.