Ospedale di Chioggia - foto Google Maps
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Risvegliata, estubata, vigile e in continuo miglioramento la ventiduenne clodiense che era stata intubata e sedata profondamente nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Chioggia la notte tra venerdì 22 e sabato 23, a causa di una forma grave di meningite.

Terapia antibiotica ad ampio spettro e cure immediate fornite dall’équipe del primario Massimo Tedesco hanno scongiurato il pericolo di vita: questo pomeriggio la ragazza, che ha ripreso a respirare spontaneamente, uscirà dalla stanza di isolamento e da domani potranno farle visita i suoi cari.

Il batterio che ha determinato la meningite è lo pneumococco, meno contagioso rispetto al più temuto neisseria. Questo può rassicurare le decine di persone tracciate dal Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Ulss 3 Serenissima che erano state in contatto con la ragazza, compresi gli 11 tra colleghi (8) e familiari (3) sottoposti, secondo il principio di massima cautela e in attesa di isolare il batterio, a profilassi antibiotica preventiva, poiché in ambito domestico e lavorativo erano stati a vicinanza ripetuta e prolungata con la paziente.

Non sono dunque ritenute necessarie da parte del Sisp ulteriori attività di profilassi o vaccinazione da attuare nei confronti dei contatti stretti.

“Siamo contenti per i miglioramenti della ragazza e per l’esito delle analisi che hanno rilevato la presenza di un batterio meno minaccioso rispetto ad altri capaci di scatenare casi di meningite più contagiosi” dice Tedesco.

“Anche in questa occasione ricordiamo in ogni caso a tutta la popolazione – aggiunge il direttore del Dipartimento di prevenzione Vittorio Selle – che da anni è in atto un’efficace attività di prevenzione per tutti i ceppi di meningite. Anche per quanto riguarda lo pneumococco, la Sanità pubblica offre e suggerisce la vaccinazione ai bambini, ma anche agli adulti che hanno superato i 65 anni d’età”.