Il finto tesserino
Il finto tesserino

Nella giornata di lunedì, i Carabinieri di Mestre hanno denunciato una donna di origini siciliane M.A.M. classe 1977 per il reato di truffa, estorsione e circonvenzione di incapaci.

L’attività info investigativa è iniziata grazie alla denuncia ricevuta dalla Stazione Carabinieri di Mestre, che ha poi proceduto ad approfondire la veridicità e l’autenticità della stessa, su episodi di truffa connessi con vere e proprie estorsioni. In pratica un residente aveva denunciato di essere “taglieggiato” da un “Capitano dei Carabinieri” che a più riprese, con artifizi e raggiri ed evidentemente simulando di essere un Ufficiale in servizio operativo, gli aveva estorto a più riprese somme di denaro per un totale di quasi 10.000 Euro, accompagnati da un fido per altri 5.000.

Una volta ottenuti i riscontri necessari, è stato richiesta all’A.G. una perquisizione domiciliare “ad hoc” ed è, quindi, scattato il blitz dei militari dell’Arma direttamente a casa del “Capitano”.

La donna, residente a Mestre ormai da anni, aveva a casa tutta la documentazione bancaria a riscontro degli ammanchi e debiti contratti dalla vittima, ma non solo. In bella vista e nei cassetti c’erano vari documenti con i quali si “attestava” l’appartenenza all’Arma “Serenissima” e la riproduzione a colori di uno pseudo-tesserino di riconoscimento con tanto di logo dell’Arma e della Repubblica, matricola e timbro/firma di rilascio.

Grazie all’attività info investigativa dei Carabinieri, il castello di carte costruito appositamente per circuire le persone più socialmente deboli è stato spazzato via, ma questa storia è emblematica di un fenomeno allarmante. L’utilizzo fraudolento dei simboli delle Forze di Polizia, con il fine di estorcere denaro o comunque indurre soggezione nelle persone è un fenomeno preoccupante e sempre perseguito con la massima determinazione dai Carabinieri, quelli veri.