ZAIA “GRAZIE A TURISMO ED EXPORT. DISOCCUPAZIONE AI MINIMI (4,6%)”
“Sono state riviste al rialzo le stime del PIL veneto del 2022 che indicano una crescita del +4,3% rispetto al 2021, più elevata rispetto all’aumento medio nazionale del +3,7%. Anche per il 2023 l’incremento è stato rivisto al rialzo: +1,2% in Veneto (+ 1,1% in Italia). Sono numeri in parte confortanti, nonostante i segnali non del tutto rasserenanti che arrivano dal mondo economico. L’aumento di inflazione e tassi di interesse incidono sui livelli di crescita a livello globale, andando ad indebolire il ciclo manifatturiero. Ma ci sono elementi, quali i dati dell’export e quelli sull’occupazione, che ci fanno ben sperare per un rilancio dell’economia a partire dall’autunno. Molto ancora puntiamo sul turismo”.
Così il Presidente della Regione Luca Zaia commenta i dati pubblicati sul Bollettino socio-economico del Veneto di luglio 2023, redatto a cura dell’Ufficio di Statistica della Regione del Veneto. I dati di aggiornamento riportano una situazione favorevole dell’andamento economico regionale nei primi mesi dell’anno.
“I dati positivi derivano soprattutto dal turismo che da gennaio a maggio ha registrato cifre record, oltre quelle del 2019 – indica il Presidente -. Nel periodo il numero di pernottamenti di turisti è nettamente superiore a quello dello stesso del 2022 (+ 27,8%) e del 2019 (+3,3%). La stagione estiva è in pieno svolgimento, il maltempo ha complicato alcune giornate, ma a settembre potremo tirare le somme”.
Altro elemento di forza che emerge dal Bollettino periodico è quello relativo all’export. Nel primo trimestre 2023 è continuato il trend positivo registrato lo scorso anno. Il fatturato estero realizzato dagli operatori presenti in Veneto chiude il primo trimestre dell’anno con una crescita del 9% rispetto allo stesso trimestre del 2022, poco al di sotto del livello nazionale (+9,8%). A trainare l’export regionale sono i settori delle apparecchiature meccaniche, delle produzioni agroalimentari e del comparto moda. Le performance risultano positive anche per tutti gli altri macrosettori del cosiddetto “Made in Veneto”. Tra i mercati di destinazione, si segnala il sensibile aumento delle vendite verso Germania, Francia e Turchia; positivi anche i risultati ottenuti negli USA e in Spagna.
Per quanto riguarda i numeri riferiti ad aspetti socio-demografici, nel 2022, in Veneto il 14,8% della popolazione è risultata a rischio di povertà o esclusione sociale contro la media nazionale che si attesta sul 24,4%, inferiore anche alla media europea (21,6%). Grazie alla ripresa economica e dell’occupazione, diminuisce la povertà, dopo l’aumento registrato nel biennio precedente a causa degli effetti della pandemia, che aveva vanificato i miglioramenti che si erano ottenuti tra il 2015 e il 2019. “Quest’ultimo dato è particolarmente importante – precisa Zaia – perché massima deve sempre essere l’attenzione per chi si trova in difficoltà”.
Sul fronte del mercato del lavoro i primi tre mesi di quest’anno hanno continuato la linea di ripresa delineata lo scorso anno con l’occupazione in crescita ed il conseguente calo dei disoccupati. Rispetto al primo trimestre 2022, nei primi tre mesi del 2023 gli occupati veneti aumentano del 3,6%, soprattutto grazie alle assunzioni di donne che cresce del 4,3% (in Italia l’incremento è al 2,3%). Il tasso di occupazione in un anno è salito al 70,1% rispetto al 67,3% del primo trimestre 2022. Contemporaneamente, si registra anche una diminuzione del numero di persone in cerca di occupazione e il tasso di disoccupazione veneto passa dal 5,1% dei primi mesi dell’anno 2022 al 4,6% nel primo trimestre 2023 (8,5% la media italiana).
La situazione nel mercato del lavoro dei giovani è tra le più favorevoli in Italia. In Veneto i livelli di disoccupazione sono piuttosto contenuti (7,2% rispetto al 14,4% del valore nazionale) e positivi sono i livelli di occupazione giovanile (53,5% rispetto al 43,7% dell’Italia). La quota di Neet (15-29enni che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione) in Veneto nel 2022 è in calo rispetto all’anno precedente, fra le più basse fra le regioni italiane (12,4% nel 2019, 13,9% nel 2021 e 13,1% nel 2022).