Trasporto Pubblico Locale e modifiche sui criteri per il riparto del Fondo nazionale, UPI Veneto: “Urgente stralciare la proposta per evitare pesanti effetti”
L’Unione delle Province del Veneto torna sulle difficoltà del Trasporto Pubblico Locale per affrontare un nuovo nodo critico, ovvero i contenuti del decreto legge n. 104 del 10 agosto 2023 (attualmente in discussione al Senato) relativi a una revisione dei criteri di assegnazione delle risorse del Fondo Nazionale dei Trasporti: il “nuovo modello”, infatti, qualora non venisse stralciato entro il prossimo 10 ottobre, potrebbe decurtare ulteriormente i fondi a disposizione per i servizi di TPL del Veneto.
Nell’odierno scenario, già compromesso dall’aumento dei costi dell’energia e dei carburanti, e già reduce dalla crisi post-pandemica, fattori che hanno determinato la necessità di un adeguamento dei tariffari delle aziende di trasporto pubblico in tutte le Province e, parallelamente, l’individuazione di soluzioni alternative per dare comunque un segnale di sostegno alla comunità (come la scontistica prevista, per esempio, in Provincia di Treviso per l’acquisto di biglietti digitali da app), la nuova proposta del Ministero contenuta nella legge di agosto intende modificare i criteri di riparto del Fondo Nazionale Trasporti alla Regioni italiane: si passerebbe dall’attuale modello, che prevede di destinare le risorse a disposizione partendo dal dato dei servizi minimi formulato da ciascuna Regione e calcolando, di conseguenza, i fondi da assegnare al 50% per coprire i costi standard, e l’altro 50% sulla base dei livelli di servizi di TPL locale e regionale, a un nuovo modello che non terrebbe conto delle peculiarità e delle differenti esigenze di ciascun “sistema trasporto” proprio delle varie Regioni, ma che “standardizzerebbe” le ripartizioni guardando anche a particolari casistiche non previste né applicabili in tutti i territori, in particolare per quanto riguarda i “servizi aggiuntivi” (ovvero servizi non di linea, come il trasporto a chiamata, i taxi collettivi ecc.) che vengono appositamente co-finanziati dalle Regioni che ne hanno necessità per proprie conformazioni e assetti socio-economici, come Lazio e Lombardia.
“Siamo molto preoccupati per le ripercussioni che il nuovo modello pensato per il Trasporto Pubblico Locale potrebbe avere per il Veneto – le parole di Stefano Marcon, presidente UPI Veneto – è assolutamente urgente e prioritario che la proposta contenuta nel dl 104 di agosto venga stralciata entro il 10 ottobre, prima che venga convertita in legge, perché adeguare tout court “sistemi trasporto” di Regioni che hanno peculiarità molto diverse tra loro, sia per propria natura socio-economica sia per densità di popolazione, introducendo come criterio preponderante sui servizi minimi anche i servizi aggiuntivi, comporterebbe una riduzione potenziale delle risorse destinate al Veneto di circa 30 milioni di euro, con un inevitabile effetto pesantissimo per le aziende del TPL della nostra Regione. UPI Veneto ha più volte presentato alle Istituzioni competenti le criticità che il trasporto pubblico locale sta attraversando, chiedendo unitamente che venisse rimpinguato il Fondo Nazionale Trasporti per lo meno in modo consono e proporzionale agli incrementi che abbiamo dovuto affrontare per i costi energetici e dei carburanti, oltre che su quelli di gestione. Se dovesse passare anche questa modifica, sarebbe un duro colpo. Pertanto, siamo fiduciosi in un passo indietro e lanciamo un appello ai Parlamentari affinché venga stralciata la modifica dei criteri, mantenendo la situazione attuale. Le Province, così come i Comuni, sono sempre a disposizione per un confronto diretto e condiviso con il Ministero e con il Governo, per trovare insieme soluzioni più adeguate e in linea con le esigenze dei nostri territori e dei nostri cittadini”.