Genitori di bambine e bambini, la più piccola di 9 mesi, che attualmente frequentano il Nido Sant’Artemio che ha sede presso la Provincia di Treviso, nel complesso Sant’Artemio sono in agitazione a causa della Delibera della Provincia pubblicata il 20 maggio scorso. Si tratta di una struttura che accoglie bambini da 6 mesi fino ai 3 anni e che, pur essendo stata creata dalla Provincia di Treviso come nido aziendale, è stata da subito aperta, con diverse procedure, ai figli di tutti i cittadini della Provincia indipendentemente dal fatto che questi ultimi fossero dipendenti dell’Ente. Le recenti riforme legislative hanno messo a rischio molte delle attività che erano prima svolte, ma, come nel caso di un asilo nido, si generano conseguenze dirette sulla vita di bimbe e bimbi piccoli, alcuni di meno di un anno di vita.

Ad oggi

La situazione attuale, infatti, è quella di una totale assenza di certezza in merito alla possibilità che il nido Sant’Artemio possa aprire il prossimo anno scolastico, che in condizioni normali inizierebbe il 22 agosto 2016. Ancora più a rischio, per non dire disperate, sono le prospettive per il destino dell’attuale personale impiegato presso il nido e per la qualità del servizio fino a ora garantito. La scarsità di risorse messe a disposizione è una minaccia incombente. L’eccellenza raggiunta in questi anni dalla struttura non è sancita solo dalle valutazioni riportate nella delibera sopra citata ma noi l’abbiamo provata e possiamo personalmente confermarla. L’offerta educativa del nido Sant’Artemio è, infatti, elevatissima. E per offerta educativa ci riferiamo a tutti gli aspetti: da quelli materiali come le dotazioni, la presenza del parco, la cucina interna, la qualità dei prodotti e a ciò che è più importante: la qualità umana e professionale di chi ci lavora. È questa qualità che ha generato la cura e l’amore percepito dai bambini, dalle educatrici, dal personale ausiliario, dal cuoco, da chi effettua le pulizie e da tutti coloro che collaborano con la struttura. Ciò è stato possibile per le capacità e la passione che il personale ha profuso in questi anni e, ovviamente, anche per le condizioni materiali nelle quali il personale ha potuto operare. Lo spettro che si profila all’orizzonte è che bambine e bambini vengano sradicati da questo ambiente per essere gettati, e inseriti, in un diverso contesto, del tutto sconosciuto. Ecco che i genitori rivolgono un appello a tutti, pur rendendosi conto delle difficoltà economiche che Enti, Cooperative, aziende devono affrontare.

La voce dei genitori

«Noi desideriamo – ribatte Alessandro Gnocchi, papà di uno dei bimbi – che questo luogo continui a esistere per come lo conosciamo, affinché possa accogliere ancora i figli, i più piccoli, non ancora in età da scuola materna, di alcuni di noi e, soprattutto, affinché possa in futuro accogliere i figli di altri genitori come noi.  Perciò facciamo appello alle Vostre sensibilità, possibilità, capacità, fantasia, risorse affinché sia trovato il modo per garantire la continuità dell’attuale offerta educativa del nido Sant’Artemio, a partire dalla conferma, per quanto possibile, dell’attuale personale impiegato e dell’organizzazione del servizio. Ciò indipendentemente dall’identità del gestore della struttura e dalle forme dei rapporti con la Provincia e/o con gli altri Enti. Si rischia di gettare alle ortiche un’eccellenza per Treviso e mettere in locazione uno stabile senza alcuna garanzia mi pare sia come minimo un azzardo. Ovviamente speriamo di sbagliarci ma ci siamo appellati alle autorità per cercare una via di uscita. Di certo il fatto che non abbiano trovato un accordo con chi già gestisce l’opera mi fa vedere nero sul futuro del nido».

Gian Nicola Pittalis

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