A distanza di tre mesi dall’impianto di una nuova tipologia di protesi, ha avuto un ottimo guadagno uditivo bilaterale il paziente 55enne che presentava una grave ipoacusia, non più risolvibile con interventi chirurgici ricostruttivi dell’orecchio medio o con l’uso di protesi tradizionali.
L’uomo operato all’ospedale di Treviso, seguito da anni dalla Chirurgia funzionale dell’orecchio diretta dal dr Daniele Frezza, a causa dell’ipoacusia era in grandi difficoltà nelle relazioni sociali e nel lavoro. Una volta effettuato l’intervento, con successivo decorso regolare, il nuovo tipo di protesi applicata ha confermato il significativo aumento nella capacità di capire il parlato in quiete e negli ambienti rumorosi, e quindi un deciso miglioramento della qualità di vita del paziente.
Oggi il 10% della popolazione ha un’ipoacusia superiore ai 35 decibel che compromette una buona vita di relazione e di capacità nello studio e lavorative, con un rischio di decadimento cognitivo negli anziani; solo un terzo di questi pazienti oggi riesce a trovare una risposta al problema.
Il dr. Frezza ha utilizzato il recente impianto, dopo aver frequentato un corso specifico a Goteborg, in Svezia, assieme ad altri tre colleghi italiani e una selezione di altri cinquanta otochirurghi a livello mondiale: “L’impianto in questione viene collocato sotto la cute , con un intervento in anestesia generale, della durata di circa quaranta minuti. Il sistema utilizzato è il primo impianto attivo osteointegrato stabile del mondo progettato per il trattamento delle sordità di tipo trasmissivo e misto – spiega il dr Frezza -. Si posiziona posteriormente al padiglione auricolare ed è costituito da un processore esterno, delle dimensioni di una moneta da due euro, del colore dei capelli del paziente, che elabora i suoni ambientali e li trasmette attraverso un collegamento digitale a una parte interna sottocutanea che genera la stimolazione uditiva come vibrazione meccanica. Il componente impiantato – continua -, integrato nell’osso tramite una piccola vite in titanio, contiene la parte attiva del sistema e utilizza la tecnologia piezoelettrica per generare le vibrazioni che bypassano le aree bloccate del sistema dell’udito naturale, inviando i suoni direttamente alla coclea del lato impiantato, ma anche attraverso le ossa craniche all’orecchio controlaterale, ottenendo quindi un risultato di miglioramento uditivo bilaterale. Il processore esterno, attraverso la connettività smart-wireless, può essere controllato con una app da telefoni compatibili e interagire con telefonino, televisore, stereo, e altre funzioni”.
L’Unità operativa semplice a valenza dipartimentale Chirurgia funzionale dell’orecchio di Treviso si occupa di riabilitazione uditiva del paziente e dal 2018 ha sviluppato anche una specifica esperienza nelle protesi osteointegrate con oltre trenta pazienti impiantati divenendo un riferimento regionale e nazionale in tale settore e, oggi, estendendo la propria esperienza anche all’uso del nuovo modello di protesi.
“Mi complimento con il dr Frezza e i suoi collaboratori per l’innovazione che hanno portato in ospedale a beneficio dell’udito dei pazienti, migliorandone la qualità di vita e la salute generale, riducendone il rischio di decadimento cognitivo e aumentandone la socialità, tornando a riempire così la loro vita di emozioni e di suoni mai conosciuti o nel tempo dimenticati”, il commento del direttore generale, Francesco Benazzi.