Bene la mozione approvata in Consiglio del Veneto che impegna la Giunta regionale a trovare risorse per interventi in grado di potenziare l’attuazione delle attività eradicazione delle nutrie. E’ il commento di Coldiretti sul provvedimento votato all’unanimità che sottolinea una presa d’atto politica in merito alla presenza fuori controllo di questa specie invasiva. L’entrata in vigore del nuovo piano regionale di eradicazione infatti non ha ancora previsto gli aspetti economici – sottolinea Coldiretti – e la questione è, per alcune problematiche, rimasta ancora aperta sul tavolo istituzionale. Visto i risultati raggiungi dalla precedente pianificazione, la mozione va nella direzione di implementare la nuova programmazione di controllo della nutria rendendola più efficace attraverso l’uso di tecnologie d’avanguardia per individuare i siti di insediamento del roditore, integrandola con incentivi ad hoc per sostenere le azioni di abbattimento e di smaltimento delle carcasse e per attivare moderni strumenti che in tempo reale favoriscano la mappatura della presenza delle nutrie. Ai danni alle colture come mais, barbabietole e grano di cui il roditore è ghiotto si aggiungono i costi supplementare per gli interventi straordinari di manutenzione a carico dei Consorzi di Bonifica – commenta Coldiretti – l’attenzione sull’argomento è molto alta “Nel veneziano il problema è davvero serio – spiega Andrea Colla presidente di Coldiretti Venezia – tanto che si stima la presenza di questo roditore in diverse decine di migliaia di capi e la situazione sta peggiorando quotidianamente. E’ pericolosa non solo dal punto di vista del rischio igienico sanitario ma in particolare per il danneggiamento della rete idraulica, mettendo a rischio la stabilità e l’integrità degli argini di canali e fiumi con l’aggravarsi del problema quando si verificano le piogge torrenziali”. L’auspicio è che siano prese le misure necessarie per affrontare una programmazione quinquennale con gli strumenti all’altezza delle richieste manifestate dagli imprenditori agricoli e dagli enti coinvolti. Questa situazione, se trascurata, può solo degenerare ulteriormente – conclude Coldiretti– su questo l’amministrazione regionale può impegnarsi da subito, prevedendo nuove metodologie applicate alla prospettiva di una programmazione di cinque anni, con soluzioni all’altezza delle richieste di sicurezza non solo manifestate dal mondo dell’agricoltura ma dall’intera collettività.