Summit annuale del Gruppo Provinciale Panificatori Confcommercio:
quest’oggi, domenica 10 ottobre, dalle ore 10, presso la sede Ascom di Castelfranco in via degli Olivi n. 1, si svolge l’assemblea annuale dei panificatori. Molti i temi “caldi” che interessano la categoria, in prima fila durante tutta la pandemia. Primo fra tutti le strategie di contenimento del prezzo finale del pane, alla luce delle recenti stangate sulle tariffe (acqua, luce e gas) e degli aumenti della materie prime, ma anche nuove strategie di servizio ai clienti e analisi di mercato.
L’assemblea odierna vede gli onori di casa del presidente di Ascom Castelfranco Pierluigi Sartorello e del direttore Fabio Marcolin, sarà presieduta dal presidente Tiziano Bosco, giunto al suo secondo anno di presidenza. Interverranno in apertura il presidente nazionale dei panificatori Roberto Capello e il vicepresidente Massimo Gorghetto. Si annuncia di particolare interesse l’intervento di Luciano Ceccarello, esperto formatore, che approfondirà il problema del prezzo dei prodotti panificati senza cadere nella trappola della logica del ribasso.
“Abbiamo deciso” – spiega il presidente Tiziano Bosco- “di formarci per acquisire nuove strategie. Il mercato con la pandemia è cambiato, siamo costretti a fare i conti con una serie di aumenti ma non abbiamo alcuna intenzione di alzare i prezzi finali e non vogliamo rinunciare alla qualità, alla freschezza, al servizio che sono i nostri valori fondamentali, per i quali ogni notte alziamo le serrande per panificare. Bastano pochi esempi: la semola di grano duro è passata da 0,55 euro al chilo a 0,83 euro, il burro dai 6 ai 7 euro, i cereali segnano un +3,4% rispetto a luglio, lo zucchero sfiora il +9,6% (sempre rispetto a luglio) e cosi via. Dobbiamo fronteggiare questa emergenza trovando nuove strategie di contenimento dei costi senza rinunciare alla qualità. Son aumenti legati al mercato ma anche alla scarsità di scorte mondiali. Per questo abbiamo chiamato un esperto”.
Il pane, in provincia di Treviso, ha prezzi variabili, in media sui 4 euro al chilo. I panificatori trevigiani si distinguono per creatività e inventiva: dal montasù allo zoccoletto molti panifici, soprattutto al sabato, sfornano decine di tipologie di pane e focacce.
“Oggi poi – spiega Bosco– si seguono le tendenze salutiste: grani antichi, cereali, sesamo, zenzero e vari condimenti. Un tempo una famiglia comprava quotidianamente 1chilo di pane, oggi si arriva a 40 grammi a testa, si centellina la quantità ma si diversifica molto. Nella storia della panificazione trevigiana ha trovato un posto d’onore la farcisole, una particolare focaccia farcita con radicchio o casatella, ma anche le riedizioni pasquali dell’antica “fugassa trevisana” arricchita con uova e burro, che sono state donate ai medici e al personale degli ospedali impegnati durante la pandemia.”